La Bce: «Sui conti pubblici serve una stretta»

STIME Rivista al rialzo la crescita: tra lo 0,4 e l’1,2% nel 2010, e tra lo 0,5 e il 2,5% nel 2011

Una doppia sferzata arriva dalla Bce: la prima rivolta ai governi di Eurolandia, affinché non differiscano oltre il 2011 l’avvio del risanamento dei conti pubblici; la seconda indirizzata alla banche, nuovamente sollecitate a fare il loro mestiere, cioè dar credito a famiglie e imprese. L’ultimo Bollettino mensile dell’istituto di Francoforte arriva in un momento delicato, e non solo dal punto di vista economico e occupazionale. Alla crisi della Grecia, dove ieri lo sciopero generale è stato scandito dagli scontri violenti tra gruppi di anarchici e polizia, Eurolandia deve anche sommare il dibattito confuso sull’ipotesi di creare il Fondo monetario europeo. Non un buon modo per dissipare l’incertezza, la peggior nemica dei mercati. Neppure all’interno della stessa Bce il giudizio sull’Fme sembra univoco. Fortemente osteggiata da Axel Weber, uno dei «falchi» della banca centrale, l’idea del Fondo non sembra invece dispiacere a Jean-Claude Trichet. «Dovremo valutare i dettagli della proposta, che non abbiamo ancora ricevuto - ha detto ieri il presidente - ma a questo livello non siamo contrari».
Ad ogni modo, le priorità dell’Eurotower sono altre. La principale riguarda gli interventi necessari per raddrizzare conti pubblici in «drastico peggioramento». Un fenomeno visto con preoccupazione per le possibili ricadute sulle aspettative di inflazione, sulla pressione fiscale, sulla politica monetaria e sui tassi di interesse reali, il cui rialzo rischierebbe di spiazzare «la domanda privata nella fase di ripresa». Servono dunque misure rapide e vigorose. «Il processo di risanamento delle finanze pubbliche - spiega il Bollettino - dovrebbe iniziare al più tardi nel 2011 e spingersi ben oltre il requisito minimo di correzione annua fissato dal Patto di stabilità e crescita allo 0,5%. La riforma della spesa va posta in primo piano» a causa del brusco deterioramento del rapporto spesa pubblica-Pil, e la già elevata pressione fiscale. Questo passaggio è considerato fondamentale per ridurre il disavanzo e per creare le condizioni necessarie per affrontare le pressioni previste sul lato delle uscite derivanti dall’invecchiamento della popolazione. Nel tempo, inoltre, si contribuirà a moderare l’onere fiscale e a sostenere una ripresa che è «in corso» e porta gli esperti della Bce a indicare tassi di espansione fra lo 0,4% e l’1,2% nel 2010 e tra lo 0,5% e il 2,5% il prossimo anno. Si tratta di stime riviste al rialzo rispetto alle precedenti e che tengono conto del «notevole rafforzamento dell’attività su scala mondiale».
Questo migliorato clima congiunturale deve però essere assecondato anche dalle banche. «Negli ultimi mesi - scrive l’Eurotower - le banche hanno proceduto nel ridimensionamento dei propri bilanci complessivi, ma dovranno dimostrarsi capaci di gestire questo adeguamento assicurando al tempo stesso la disponibilità di credito al settore non finanziario», cioè alle famiglie e alle imprese. Il miglioramento congiunturale non ha infatti ancora impattato positivamente sui bilanci familiari. La Bce si aspetta che il reddito disponibile reale risenta del calo dell’occupazione e considera «poco probabili» ulteriori aumenti del tasso di risparmio.

Quanto al mercato del lavoro, le valutazioni dell’Eurotower indicano come possibile un aumento dei senza-lavoro nei prossimi mesi («seppure a un ritmo minore rispetto a quello osservato nel 2009») dopo la stabilizzazione del tasso di disoccupazione dell’ultimo trimestre al 9,9%.

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