Una doppia sferzata arriva dalla Bce: la prima rivolta ai governi di Eurolandia, affinché non differiscano oltre il 2011 lavvio del risanamento dei conti pubblici; la seconda indirizzata alla banche, nuovamente sollecitate a fare il loro mestiere, cioè dar credito a famiglie e imprese. Lultimo Bollettino mensile dellistituto di Francoforte arriva in un momento delicato, e non solo dal punto di vista economico e occupazionale. Alla crisi della Grecia, dove ieri lo sciopero generale è stato scandito dagli scontri violenti tra gruppi di anarchici e polizia, Eurolandia deve anche sommare il dibattito confuso sullipotesi di creare il Fondo monetario europeo. Non un buon modo per dissipare lincertezza, la peggior nemica dei mercati. Neppure allinterno della stessa Bce il giudizio sullFme sembra univoco. Fortemente osteggiata da Axel Weber, uno dei «falchi» della banca centrale, lidea del Fondo non sembra invece dispiacere a Jean-Claude Trichet. «Dovremo valutare i dettagli della proposta, che non abbiamo ancora ricevuto - ha detto ieri il presidente - ma a questo livello non siamo contrari».
Ad ogni modo, le priorità dellEurotower sono altre. La principale riguarda gli interventi necessari per raddrizzare conti pubblici in «drastico peggioramento». Un fenomeno visto con preoccupazione per le possibili ricadute sulle aspettative di inflazione, sulla pressione fiscale, sulla politica monetaria e sui tassi di interesse reali, il cui rialzo rischierebbe di spiazzare «la domanda privata nella fase di ripresa». Servono dunque misure rapide e vigorose. «Il processo di risanamento delle finanze pubbliche - spiega il Bollettino - dovrebbe iniziare al più tardi nel 2011 e spingersi ben oltre il requisito minimo di correzione annua fissato dal Patto di stabilità e crescita allo 0,5%. La riforma della spesa va posta in primo piano» a causa del brusco deterioramento del rapporto spesa pubblica-Pil, e la già elevata pressione fiscale. Questo passaggio è considerato fondamentale per ridurre il disavanzo e per creare le condizioni necessarie per affrontare le pressioni previste sul lato delle uscite derivanti dallinvecchiamento della popolazione. Nel tempo, inoltre, si contribuirà a moderare lonere fiscale e a sostenere una ripresa che è «in corso» e porta gli esperti della Bce a indicare tassi di espansione fra lo 0,4% e l1,2% nel 2010 e tra lo 0,5% e il 2,5% il prossimo anno. Si tratta di stime riviste al rialzo rispetto alle precedenti e che tengono conto del «notevole rafforzamento dellattività su scala mondiale».
Questo migliorato clima congiunturale deve però essere assecondato anche dalle banche. «Negli ultimi mesi - scrive lEurotower - le banche hanno proceduto nel ridimensionamento dei propri bilanci complessivi, ma dovranno dimostrarsi capaci di gestire questo adeguamento assicurando al tempo stesso la disponibilità di credito al settore non finanziario», cioè alle famiglie e alle imprese. Il miglioramento congiunturale non ha infatti ancora impattato positivamente sui bilanci familiari. La Bce si aspetta che il reddito disponibile reale risenta del calo delloccupazione e considera «poco probabili» ulteriori aumenti del tasso di risparmio.
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