Bestia cerca Bella per realizzare mito. Ecco la sintesi di uno dei rari film italiani da vedere, L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino, presentato all’ultimo Festival di Cannes. Bestia (Giacomo Rizzo) non per aspetto, ma per astuzia. Sarto-usuraio pontino, è un Süss cattolico e neofascista, che si muove fra le più suggestive città di fondazione del regime (Latina e Sabaudia), dicendo, senza esser contraddetto: «La democrazia fa votare cani e porci». Piccino eppure grande, ha tutto per dispiacere a chi legge La Repubblica e l’Unità o i settimanali femminili in voga. Come non amarlo? Infatti anche la Bella (Laura Chiatti) matura per lui - che l’ha costretta al «compromesso» proprio per anticipare le spese del suo matrimonio - un orrore sconfinante nell’amore. Se lei è un personaggio secondario, semplice elemento di contrasto, lui è malvagio o realista? Gli altri, comunque, sono peggiori. Belano, anziché ruggire, perché deboli, non perché buoni. Dietro gli ostentati buoni sentimenti, covano i cattivi comportamenti. Contro l’ipocrisia si scontrerà facilmente, oltre al personaggio, anche il film di Sorrentino, insolito, visionario, in sostanza magnifico, che accenna un ambiguo lieto fine, dove il personaggio negativo diventa positivo nel finale senza ravvedersi, dopo il periplo della miseria morale, per approdare ai limiti di quella materiale.
Se la Bella, che gli si era concessa una volta (per denaro), gli si darà ancora (per sempre?), sarà perché innamorata o per aver colto, nella propria umiliazione, una forma più intensa di piacere, quello così femminile di darsi a chi repelle? L’eccelsa fotografia di Luca Bigazzi completa la magia del genio di Sorrentino.L’AMICO DI FAMIGLIA di Paolo Sorrentino (Italia, 2006), con Giacomo Rizzo, Laura Chiatti. 98 minuti
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