Ancora una fiammata della benzina, ormai oltre quota 1,35 euro al litro: e anche lAntitrust sente odore di bruciato. «I prezzi scendono con la velocità della piuma e salgono con quella del razzo: cè qualcosa di distorto», dice il presidente Antonio Catricalà, intervistato da Repubblica Tv. E aggiunge: «Dal punto di vista razionale non riesco a capire, ma dal punto di vista tecnico, giuridico ed economico non ho la prova che questo sia un illecito».
Parole gravi quelle del presidente dellAuthority, che da tempo ha acceso un faro sul mercato dei carburanti, ammettendo però di avere chiuso listruttoria, «perché non siamo riusciti a trovare la prova dellintesa dei petrolieri». A mettere mano ai listini, a cavallo dellEpifania, sono stati tutti i marchi tranne lAgip, che però aveva fatto da apripista martedì scorso. I rialzi vanno dai 12 ai 20 millesimi di euro sulla verde e dai 13 ai 20 sul gasolio. In testa al listino cè Shell, che ha superato quota 1,35 euro al litro per la benzina ed è vicina a 1,2 per il gasolio. A pesare, come sempre, è landamento del prezzo del petrolio, che allinizio del nuovo anno ha superato quota 80 dollari. Un rincaro che preoccupa le associazioni dei consumatori: Adusbef e Federconsumatori parlano di aumenti «fuori controllo», che peseranno per 171 euro annui a famiglia tra costi diretti e indiretti. LAdoc ricorda che rispetto allanno scorso si paga il 20% in più e, per il Movimento Difesa del Cittadino, si tratta di un «pessimo segnale». Il governo, tuttavia, sta intervenendo a favore dei consumatori, come ha sottolineato lo stesso Catricalà, citando «liniziativa ministeriale buona, che vuole distinguere la distribuzione dalle case produttrici», con un conseguente aumento delle pompe bianche, cioè senza marchio.
Intanto, lAntitrust «sta preparando un documento molto importante per il governo che è la legge sulla concorrenza, uno strumento che è entrato in vigore da poco e che si dovrà fare ogni anno come la legge comunitaria». Le proposte di liberalizzazione «vanno trasversalmente - ha spiegato Catricalà - dalla distribuzione commerciale al sistema industriale per lapertura dei mercati». Il presidente dellAuthority è poi tornato sulla questione delle commissioni bancarie sui conti in rosso, fino a 15 volte più care del vecchio «massimo scoperto», come già segnalato dalla stessa Antitrust a governo, Parlamento e Bankitalia. «Noi speriamo che il legislatore intervenga di nuovo - ha affermato Catricalà - e chiarisca il contenuto della precedente legge. E se è il caso la modifichi, estendendo le norme sui tetti al massimo scoperto anche in caso di non concessione di un fido da parte di una banca».
Proprio nei confronti delle banche è stata annunciata dal Codacons la prima class action in Italia. Ma Catricalà raccomanda di evitare gli usi troppo disinvolti dello strumento e avverte che cè il rischio di «un effetto di declassamento della class action».
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