Bergamo - C’è chi è arrivato di corsa da Verona, chi in treno o in aereo. In tanti, tantissimi, sono arrivati in auto e in camper. Da ieri e per ancora due giorni Bergamo ospita l’83ª adunata nazionale degli alpini, ma già dall’inizio della settimana non c’è angolo della città dove non sia accampata una tenda o allestito un punto di ristoro, da dove partono i canti della tradizione alpina e il profumo di vino e salamelle.
Reduci, commilitoni, semplici simpatizzanti: sono circa 400mila le penne nere attese, nonostante il maltempo, nel capoluogo orobico, che per l’occasione è stato letteralmente tappezzato di tricolori. Ce ne sono ovunque, alle finestre delle case, nelle vetrine dei negozi - allestite anche con gadget, foto d’epoca e vecchie divise - e persino sulle Mura venete. Erano 24 anni - l’ultima fu nel 1986 - che l’adunata degli alpini non si faceva a Bergamo e per questo il capoluogo lombardo, che tra l’altro conta la sezione dell’Ana più numerosa d’Italia, si è preparato al meglio per dare il benvenuto alle penne nere di tutto il mondo.
La tre giorni di festa è iniziata ieri mattina alle 9 con il tradizionale alzabandiera al piazzale degli Alpini, davanti al monumento ai caduti, fresco di restauro. La solenne cerimonia è stata preceduta dagli onori resi da una compagnia del 5° Alpini e della fanfare della brigata Julia al Labaro dell’associazione, scortato dal presidente nazionale Corrado Perona. Il programma della manifestazione è ricco di eventi, concentrati perlopiù nelle giornate di ieri e oggi, in attesa della maxi sfilata di domenica, che sarà accompagnata da un’esibizione delle Frecce Tricolori.
Sempre in mattinata il presidente dell’Ana è salito a Bergamo alta per rendere omaggio alla salma del Beato don Gnocchi, che sarà esposta in Duomo fino a lunedì, vegliata dalle penne nere. Nel pomeriggio è stata inaugurata al parco Suardi la cittadella degli Alpini; nel corso della cerimonia c’è stato un collegamento video con il comandante della brigata Taurinense che si trova a Herat, in Afghanistan con quattro reggimenti alpini. In serata è arrivata poi la bandiera di guerra del 5° Alpini, che aprirà la sfilata di domani per le vie del centro.
Ieri serata di musica con le fanfare e oggi, oltre agli incontri istituzionali, sono previsti il lancio dei paracaduti allo stadio comunale (ore 12); la messa in suffragio dei caduti celebrata dal vescovo Francesco Beschi (17, al Lazzaretto) e uno spettacolo pirotecnico sulle Mura (23.30). Tutta la città è mobilitata per un evento che porterà un indotto di circa 65 milioni di euro. Ieri e oggi scuole chiuse e centro cittadino off limits alle auto dalle 14 di ieri fino a domani sera, con il blocco totale nel perimetro delle circonvallazioni nella giornata di domenica. Per garantire l’assistenza sanitaria sono arrivate a Bergamo circa 300 persone, tra medici e infermieri, e sono stati allestiti sei posti medici avanzati e un ospedale da campo per fare fronte alle emergenze.
Unica nota stonata è il maltempo, che da giorni sta imperversando sulla provincia orobica: dopo una mezza giornata di tregua, ieri pomeriggio ha ripreso a piovere. Sarà un’adunata umida anche nei prossimi giorni, sebbene le previsioni parlino di un progressivo miglioramento.
Non manca anche una polemica tra alpini e curia bergamasca. Motivo: i cori delle penne nere sono stati vietati a messa. In questi giorni a Bergamo e provincia tutti si sono fatti in quattro per organizzare manifestazioni di accoglienza per il maxiraduno alpino di questo week end. E molti parroci avrebbero voluto far partecipare cori alpini alle Messe di domenica. A stoppare le loro richieste è arrivato però il delegato vescovile Maurizio Gervasoni, che ha inviato una comunicazione a tutti i parroci della diocesi per ricordare loro che sono proibiti nelle chiese concerti «di musiche non appartenenti al repertorio sacro e religioso». Quindi niente cori alpini, a meno di ospitarli in sale di proprietà della parrocchia e in orari diversi dalle funzioni.
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