BergamoCè un proverbio che recita Lerba del vicino è sempre più verde e pare che le società calcistiche ne abbiano fatto un motto proprio, visto che la tendenza è quella in gran parte darruolare giocatori provenienti dai più svariati paesi, spesso portatori di cognomi di difficile pronuncia anche per i migliori telecronisti. LAtalanta da sempre produce un gran numero di calciatori e pare seguire un altro proverbio e cioè Chi ben semina, meglio raccoglie, curando in modo particolare il settore giovanile, tradizionalmente ai vertici in tutte le categorie, creandosi un vivaio di campioni futuri; vivaio che, per quanto riguarda i portieri, si sta rivelando eccezionale, tanto che quella bergamasca può considerarsi la miglior scuola di «numeri uno» in Italia.
Attualmente giocano, distribuiti nelle serie più importanti e persino allestero, ben 14 portieri cresciuti e formati nella scuola atalantina. I numeri parlano chiaro, tanto che qualche domenica fa in Atalanta-Cagliari, due ex compagni di scuola come Andrea Consigli e Michael Agazzi si sono ritrovati faccia a faccia da avversari. «Atleti profondamente diversi tra loro - spiega Mino Favini, responsabile del settore giovanile dellAtalanta, considerato da tutti uno dei più grandi scopritori di talenti - sia dal punto di vista caratteriale che fisico: Agazzi è aperto, fisicamente più tonico, più forte ed esplosivo, mentre Consigli è riflessivo, più attento alla lettura del gioco: lo si può definire più classico. Inoltre li separano tre anni di età e percorsi diversi: Consigli è sempre stato considerato un predestinato ed è arrivato in serie A a soli 21 anni. Agazzi, invece, ha avuto molti alti e bassi e poi, finalmente, è esploso».
Ma come si spiega il gran numero di portieri prodotti, soprattutto negli ultimi anni, dal club nerazzurro? «Il merito - dice Favini - va dato a chi gestisce listruzione e la preparazione dei giovani portieri, e cioè a Massimo Biffi e Carlo Resmini, che curano, seguono, insegnano ed allenano i ragazzi fin dallinfanzia. E una nostra caratteristica quella di arruolare i giovanissimi, crescerli e forgiarli.
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