da Berlino
Dopo annidi battaglie in difesa dei diritti delle donne musulmane, Seyran Ates si è arresa. Non andrà più in tribunale per difendere figlie, sorelle e mogli sottoposte alle violenze delle famiglie. Seyran Ates ha chiuso il suo studio legale a Kreuzberg, il quartiere turco di Berlino, e ha sospeso la collaborazione con i due consultori che offrono assistenza alle musulmane. Una decisione dolorosa ma inevitabile.
Negli ultimi tempi la vita di Seyran, avvocatessa di grido e autrice di alcuni bestseller sulla condizione delle donne turche in Germania, era diventata un inferno. Insulti, minacce di morte, pestaggi. Da tempo non poteva più entrare in un locale turco senza il rischio di essere cacciata. La comunità turca più tradizionale laccusava di sobillare le donne. Lultima aggressione è avvenuta poche settimane fa. Secondo quanto la stessa Ates ha raccontato al quotidiano Die Welt, alcuni turchi lhanno avvicinata alla stazione della metropolitana di Kreuzberg e lhanno picchiata. Seyran Ates ha 42 anni e alle spalle una vita di sacrifici. Giunta in Germania a sei anni, figlia di immigrati, riuscì a laurearsi nonostante il boicottaggio dei fratelli. A ventanni subì un attentato: un proiettile sparato da un «lupo grigio» la colpì alla gola. Nellintenzione dellattentatore il proiettile avrebbe dovuto mettere a tacere quella ragazza che diffondeva nella comunità turca idee troppo occidentali. Ma ebbe leffetto opposto. Da allora Seyran ha fatto sentire sempre più forte la sua voce per denunciare i soprusi contro le donne turche.
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