Berlusconi: "Commissione d’inchiesta sui pm"

In un video rubato il Cav si sfoga: "Vogliono eliminarmi. Alcune toghe politicizzate vogliono sovvertire il voto degli italiani". Ieri incontro al Quirinale sulla "linea Letta": pronte le riforme di Fisco e giustizia. L'obiettivo sono due aliquote. Sviluppo economico: Romani verso l'ok

Berlusconi: "Commissione d’inchiesta sui pm"

Roma - Due giorni a limare e ritoccare riga dopo riga gli interventi alla Camera e al Senato e due video a rovinargli in un attimo la giornata. No, non l’ha presa benissimo Berlusconi quando gli hanno fatto vedere i filmati «rubati» finiti sui siti di La Repubblica e L’Espresso. Non solo per la barzelletta sugli ebrei o quella sulla Bindi, ma anche per l’affondo sui magistrati che pur essendo decisamente meno forte di tanti altri arriva forse nel momento meno opportuno. La linea che sta seguendo il Cavaliere, facendo forza sulla sua ben nota ritrosia ai riti del Palazzo, è infatti quella tracciata da Gianni Letta e su cui ora iniziano a convergere anche molti di quelli che fino a ieri teorizzavano lo scontro finale. D’altra parte, i numeri incassati nel voto di fiducia alla Camera stanno lì a certificare che la linea caldeggiata dai vertici di via dell’Umiltà è completamente fallita, con Fini che oggi può contare su quel riconoscimento politico del Fli per cui tanto si è battuto.

Ed è proprio con lo spirito con cui si è presentato in Parlamento che in mattinata Berlusconi sale al Quirinale per un faccia a faccia con Napolitano che mancava dallo scorso 28 maggio. Un incontro di oltre quaranta minuti preparato cura da Letta e nel quale si tirano le somme delle due fiduce incassate dall’esecutivo. Sul Colle il Cavaliere rivendica una maggioranza più ampia di quella di due anni fa e, pur non dicendolo espressamente, lo fa per mettere le mani avanti rispetto all’ipotesi di governi tecnici nel caso l’esecutivo arrivasse davvero allo show down. Ma il premier ribadisce anche l’intenzione di aprire una «stagione riformatrice», sulla giustizia e non solo. L’impegno, infatti, è anche quello di riformare il fisco e arrivare a due sole aliquote. Non solo un vecchio pallino del premier ma anche un modo per riconquistare l’elettorato del centrodestra che negli ultimi mesi si è avvicinato pericolosamente all’area dell’astensionismo stufo dai troppi litigi interni alla maggioranza.

Il nodo, però, resta quello della giustizia su cui in queste ore sono al lavoro gli ambasciatori di Fini e Berlusconi (che a Palazzo Grazioli incontra a lungo Alfano). Chiaro, però, che un eventuale accordicchio - perché difficilmente i due potranno andare oltre una tregua a breve termine - non può non passare per uno scudo che eviti al Cavaliere di tornare nel mirino delle procure quando a dicembre, questa è la previsione che fa Palazzo Chigi, la Corte Costituzionale boccerà il legittimo impedimento facendo ripartire il processo Mills. E anche di questo si parla con Napolitano quando il premier gli ribadisce l’intenzione di una riforma della giustizia complessiva. Così, ci sta che il video pubblicato dal sito di La Repubblica non faccia proprio la gioia del Cavaliere. Le immagini lo riprendono sotto Palazzo Grazioli la sera del suo compleanno mentre si sfoga con alcuni simpatizzanti: «I pm vogliono eliminarmi, serve una commissione parlamentare che faccia nomi e cognomi e dica se, come credo, c’è un’associazione a delinquere nella magistratura». E ancora: il processo Mills è «una barzelletta» da «attribuirsi alla follia di un pm di parte come De Pasquale». Infine una barzelletta il Cavaliere la racconta davvero: sugli ebrei che fuggono dalla persecuzione nazista, non certo per la gioia della comunità ebraica. Berlusconi si scusa, ma punta anche il dito su quelli che definisce «attacchi strumentali». Non si tratta infatti di dichiarazioni pubbliche, ma di un discorso «rubato a tradimento» dalla videocamera di un telefonino mentre il premier si intratteneva con alcuni fan che gli volevano fare gli auguri. Senza contare che tutta la bagarre che ne segue, con l’alzata di scudi dell’Anm e dell’opposizione che forse in questo momento era meglio evitare.

Al Colle si parla anche del ministro dello Sviluppo economico. Una casella che il Cavaliere è deciso a riempire a inizio settimana, prima che arrivi in aula la mozione di sfiducia sull’interim presentata dal Pd in modo da disinnescarla. In pole position resta il viceministro Romani ed è il suo il nome che viene presentato a Napolitano. Il capo dello Stato, a differenza di qualche mese fa, avrebbe dato un sostanziale via libera. Anche se qualche chanches - piccola in verità - ce l’ha ancora anche Fitto, attuale ministro agi Affari regionali.

La promozione di un uomo del Sud, infatti, avrebbe un significato importante anche rispetto ai nuovi equilibri interni al Pdl che dopo la fuoriuscita dei finiani e il ribaltone di Lombardo in Sicilia nel Mezzogiorno è decisamente in affanno.

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