Berlusconi: Denis non è in discussione E chiude la porta alle larghe intese

MilanoUna giornata di polemiche politiche tra Udc e Lega, zizzania nel Pdl sulle intercettazioni e grane sulla manovra. Raccontano dallo staff che Silvio Berlusconi ha dimostrato anche con un cambio di abitudini la disaffezione per «certa stampa», come l’ha definita ancora ieri a Milano il presidente del Consiglio, parlando a una platea di imprenditori e politici riuniti per il Milan Med Forum, convegno sulle opportunità economiche di collaborazione con i Paesi del sud Mediterraneo. Qualche giorno fa ha chiesto di vedere i quotidiani solo a metà pomeriggio, probabilmente per evitare di avvelenarsi la prima parte della giornata.
Le critiche al «teatrino della politica» fanno parte dell’identità di Berlusconi sin dagli esordi, ma adesso il premier si è spinto ben oltre e parla di «divorzio preoccupante di certa stampa dalla realtà». Si riferisce ai resoconti del G8 e del G20, ma senza troppo sforzo di fantasia si può immaginare che non gli vadano a genio le polemiche sulle intercettazioni, gli scontri a colpi di verbali, retroscena e interviste che si consumano all’interno del Pdl e sulle pagine dei giornali, nella cornice dell’inchiesta che coinvolge il coordinatore nazionale, Denis Verdini.
Berlusconi ieri avrebbe chiamato più volte Verdini, in segno di solidarietà per le indagini della Procura di Roma sulla cosiddetta P3. Nel corso delle telefonate il leader del Pdl avrebbe espresso la sua solidarietà a Verdini, dicendogli di andare avanti nel suo lavoro, perché il suo ruolo non sarebbe in discussione.
L’episodio Bocchino-Verdini è un’altra prova delle conseguenze della lotta tra correnti all’interno dello stesso partito e il premier è tornato a parlare del tema, diramando una specie di lasciapassare (ma a certe condizioni) per «Liberamente», l’area culturale rappresentata dal ministro Franco Frattini e dalle colleghe Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo e presieduta da Gianpiero Cantoni, il senatore caldeggiato proprio da Berlusconi alla guida della potente Fondazione Fiera di Milano. «Mi sembra che “Liberamente”, che non è una corrente e non dovrà mai esserlo, stia facendo un buon lavoro», fa sapere Berlusconi attraverso una nota scritta diramata dal Pdl. Mentre sull’altro fronte caldo, quello di un governo di larghe intese caldeggiato da Pier Ferdinando Casini, il Cavaliere non ha dubbi: l’ipotesi non va neppure presa in considerazione perché presuppone una crisi di governo, rischio che il premier che non vuole assolutamente correre.


A Milano, dove è arrivato per parlare agli imprenditori, si è trovato faccia a faccia con Roberto Formigoni, il presidente della Lombardia che ormai da tempo guida il fronte delle Regioni contro la manovra con una determinazione assai polemica verso il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che risponde alle critiche con altrettanta forza. E qualcuno ha notato la freddezza del premier verso Formigoni: al governatore appena un saluto formale, con il sindaco di Milano, Letizia Moratti, abbracci e baci.

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