Berlusconi: «Meno clandestini, meno crimini»

Un maxi-piano in dieci punti per combattere la ’ndrangheta, un'Agenzia nazionale che gestirà i beni sequestrati alla criminalità organizzata da istituire a Reggio Calabria e una surreale polemica sull'immigrazione. Nel giorno del primo Consiglio dei ministri in Calabria, più del pacchetto contro la criminalità varato dal governo sembrano far notizia le parole di Berlusconi sulla lotta all'immigrazione clandestina che, dice il premier, sta dando «risultati molto positivi». E, aggiunge, «una riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali». Apriti cielo, con il Pd all'attacco e l'Idv che accusa apertamente Berlusconi di razzismo. Una querelle da campagna elettorale, visto che lo stesso concetto il premier l'ha ripetuto più volte nel corso degli ultimi anni e pure con toni decisamente più duri. Nel marzo scorso, per esempio, dopo un summit con Mubarak disse chiaro che sui barconi in rotta verso l'Italia c'è solo gente «reclutata dalle organizzazioni criminali». E pure nel febbraio 2007 e nel marzo 2008, guarda caso sempre alla vigilia di tornate elettorali, si è espresso più o meno allo stesso modo, forse per evitare di lasciare alla Lega l'esclusiva sulla materia.
Ma quello a cui davvero tiene il premier - che ieri ha anche incontrato il segretario del Pri Nucara, che gli ha illustrato una proposta di legge per istituire un’agenzia che coordini gli interventi connessi al Ponte sullo Stretto - è il maxi-piano per combattere la ’ndrangheta. Un provvedimento in dieci punti approvato dal Consiglio dei ministri mentre il resto delle misure sarà invece contenuto in un disegno di legge. «Rispetto a quello che avevamo annunciato - spiega il premier - il piano contiene qualcosa di più. E cioè un codice di leggi antimafia che potrà essere utilizzato da tutte le forze dell’ordine». Nel disegno di legge, invece, sono previsti la creazione di una mappa nazionale delle organizzazioni criminali, la realizzazione di un sistema di informazione sulle cosche attraverso un desk interforze e interventi contro le infiltrazioni mafiose negli appalti.
Maroni spiega invece che l'arma di attacco più efficace, accanto alle operazioni di polizia, è quella economica. «La Direzione investigativa antimafia è una struttura di eccellenza, che ha tanti compiti, ma da ora in avanti avrà come priorità l'aggressione ai patrimoni mafiosi», dice il ministro dell'Interno. Che annuncia entro 15 giorni l'insediamento a Reggio Calabria dell’Agenzia per la gestione dei beni confiscati alle mafie. Il suo compito sarà quello di avere «una visione complessiva» così da rendere «immediatamente utilizzabili i beni» sequestrati alla criminalità organizzata.
Alfano, invece, punta il dito sulla normativa vigente. E annuncia che «da domani la parola ’ndrangheta farà parte della legislazione nazionale». Si è dunque seguito l'esempio del 1982, quando nel 416 bis si inserì il riferimento alla mafia. «È una grande operazione di natura culturale, ma anche di natura tecnica che darà maggiori strumenti ai magistrati», conclude Alfano.
Maroni parla poi dei risultati fin qui raggiunti: «Nei 19 mesi del governo Berlusconi sono stati sequestrai 12.111 beni mobili e immobili alle organizzazioni criminali, per un controvalore di 7 miliardi di euro (+100% rispetto allo stesso periodo precedente) e ne sono stati confiscati 3.122 per circa 2 miliardi di euro (+345%)».

La messa all'asta dei beni confiscati è stata però contestata dal Pd: il rischio è che mafia e ’ndrangheta se ne riapproprino. «Qualche bello spirito - spiega Berlusconi - ha detto che i criminali sono pronti a ricomprare i beni sequestrati messi all’asta. Molto bene, vuol dire che noi così li sequestreremo un'altra volta».
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