Berlusconi perplesso: da Napolitano un commento irrituale

nostro inviato a Huntsville

Nonostante il disastroso risultato dell’Italia - seguita a tratti durante la traversata in aereo - Silvio Berlusconi atterra al Pearson International Airport di Toronto decisamente di buon umore. Tanto che accolto dal ministro dei Trasporti canadese non perde l’occasione per la battuta. Visto il tuo ministero, dice ridendo e prendendo sotto braccio John Baird, «take me to your leader» (portami dal tuo premier). Sorrisi e qualche pacca sulle spalle, poi il trasferimento in elicottero a Huntsville per il vertice del G8. Dove l’umore è destinato a cambiare, soprattutto quando alla fine del bilaterale con il primo ministro del Canada Stephen Harper un suo collaboratore gli consegna la nota del Quirinale su Aldo Brancher.
Una presa di posizione inattesa, sia perché neanche una settimana fa Giorgio Napolitano ha firmato la nomina del neoministro senza eccepire alcunché sia perché il Colle entra piuttosto irritualmente nel merito puntualizzando che Brancher non ha diritto al legittimo impedimento perché «non c’è alcun ministero da organizzare». Un’obiezione che avrebbe eventualmente dovuto fare la procura di Milano che aveva ricevuto la richiesta d’impedimento e che arriva invece dal capo dello Stato che, peraltro, è anche presidente del Csm.
Così, seppure impegnato nella giornata d’apertura del G8 e nei bilaterali con l’inglese David Cameron e il canadese Harper, il Cavaliere deve vedersela anche con la sortita del capo dello Stato. Che non può che considerare irrituale, soprattutto perché arriva attraverso una nota scritta. Così, anche se Paolo Bonaiuti fa sapere che il premier è concentrato sugli appuntamenti internazionali e «non commenta in alcun modo la vicenda», è chiaro che l’affondo del Quirinale non passa inosservato. Anche perché - sottolinea più di un ministro - il presidente della Repubblica interviene su una scelta giuridica che è di competenza solo di Brancher e su cui si deve nel caso pronunciare la magistratura.
Un’enormità, tanto che tra i più stretti collaboratori di Berlusconi c’è anche chi non esclude che gli uffici giuridici del Colle possano essere andati oltre le intenzioni originarie. «Così non fosse - spiega il vicepresidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli - se ne dovrebbe concludere che siamo di fronte a un atto in stile presidenzialista senza presidenzialismo, a un commissariamento dei poteri propri dell’esecutivo».
Al di là delle reali intenzioni, però, di certo c’è che il Quirinale ha sentito l’esigenza di intervenire in modo netto sulla vicenda, forse anche dopo l’alzata di scudi di tutta l’opposizione che ieri ha presentato una mozione di sfiducia a Brancher. Al momento, però, Berlusconi non sembra affatto intenzionato a scaricare il neoministro, anche perché - ricordano i suoi collaboratori - sia Gianfranco Fini che Umberto Bossi sapevano della nomina. Un modo per dire che chi nella maggioranza oggi fa del moralismo - dai finiani al popolo del web - dovrebbe chiedere conto direttamente a loro.
Archiviate le querelle interne il Cavaliere si è dedicato al suo nono G8, un vero e proprio record per un primo ministro. Tanto che salutando Harper la butta lì: «Sfortunatamente sono sempre il più vecchio e ho avuto l’onore di essere stato presidente del G8 per ben tre volte». «Forse il più vecchio - ribatte il premier canadese - ma sempre quello con più energia». Quasi un’ora di faccia a faccia anche con il primo ministro inglese Cameron e sul tavolo i nodi Iran e Afghanistan. Con i due che concordando anche sulla necessità di un’Europa meno burocratica e più leggera.

Da stasera, dal formato G8 a Huntsville si passerà a quello G20 a Toronto. Poi il premier volerà a San Paolo per incontrare Inacio Lula e infine a Panama per il vertice dei capi di Stato e di governo del Centro America. Destinata a saltare, invece, la sosta ad Antigua.

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