Stefano Filippi
La polizia si è mossa in piena notte nella zona di Venaus, mentre il buio e il gelo tenevano lontani i dimostranti. Blocchi e presìdi per impedire con 24 ore di anticipo laccesso al cantiere dove oggi cominciano i lavori della linea ad alta velocità Torino-Lione: opere preliminari e secondarie, sondaggi e controlli del sottosuolo, ma per il popolo anti-Tav è linizio della fine. Senza i cordoni di sicurezza, già ieri gli abitanti della Val di Susa avrebbero immobilizzato le ruspe della Cmc. Invece si sono trovati agenti ovunque e le vie sbarrate. Isolati. Impossibile spostarsi, tantè che studenti e pendolari sono rimasti a casa. E il clima si è fatto subito incandescente.
Gruppi di dimostranti hanno bloccato a tratti le strade della zona, compresa lautostrada A32 del Fréjus; altri si sono avventurati lungo sentieri e sterrati per raggiungere Venaus; in alcune fabbriche sono stati proclamati scioperi improvvisi; i sindaci hanno annullato lincontro pacificatore con Regione e Provincia in programma ieri sera. Una delegazione di parlamentari europei ha concluso in mattinata una visita nella zona con una conferenza stampa scandalizzata. I momenti di maggiore tensione si sono avuti in località Passeggeri, comune di Susa, al bivio per la statale del Moncenisio dove si era radunato il grosso dei contestatori.
Tensione altissima quando la polizia ha consentito ai mezzi dellimpresa di superare il presidio per raggiungere larea dei lavori. Alcuni dimostranti hanno tentato di forzare il blocco e Vittorio Agnoletto, eurodeputato piemontese di Rifondazione che si è trovato in mezzo, ha denunciato gli agenti accusandoli di avergli rifilato «schiaffi, calci ed altre violenze fisiche e verbali». La questura ha dato unaltra versione: a Venaus «né cariche né sgomberi», soltanto «unopera di contenimento», e Agnoletto «non è stato colpito ma aiutato a rialzarsi da terra quando è caduto per la ressa». In effetti non ci sono stati scontri e lafflusso ininterrotto di manifestanti è sempre rimasto sotto controllo. Lex leader no-global, medicato allospedale di Susa e dimesso con una prognosi di sette giorni, ha già presentato uninterrogazione urgente alla Commissione di Bruxelles chiedendo di condannare le autorità «politiche e di polizia» e di sospendere lerogazione dei fondi europei.
La protesta dei valligiani non si è placata neppure quando la polizia ha tolto i blocchi poco prima delle 17. In serata, sotto la neve, i dimostranti più irriducibili hanno organizzato bivacchi alle porte di Venaus preparando la grande manifestazione di questa mattina. I no-Tav parlano di «militarizzazione» della valle. Antonio Ferrentino, presidente della Comunità montana Bassa Valle di Susa, che ieri mattina ha avuto un piccolo malore dal quale si è presto ripreso, è furioso: «È stato passato il segno, peggio di così ci possono mandare solo i carri armati».
Laltro scontro, quello politico, è tutto interno al centrosinistra. Rifondazione resta irremovibile a fianco delle proteste anti Tav: Fausto Bertinotti ha chiesto al governo di ritirare la polizia parlando di «vicenda politica pericolosa». Il Prc è fiancheggiato da Verdi e comunisti italiani mentre il Wwf sostiene che le procedure per la Torino-Lione sono in contrasto con lEuropa e la Fiom (i metalmeccanici della Cgil) minaccia scioperi a raffica. Dallaltra parte il governatore piemontese Mercedes Bresso, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino (entrambi Ds) e il presidente della Provincia Antonio Saitta (Margherita) hanno difeso timidamente i lavori approvati quando Romano Prodi presiedeva la Commissione Ue. «La mediazione si può fare sul come e non sul se fare i lavori», ha detto la Bresso.
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