Betta disse: «Vuol prendersi la mia Arianna»

AMORE FINITO La relazione si era sgretolata da tempo. La mamma aveva iniziato le pratiche per l’affido esclusivo della piccola

Betta disse: «Vuol prendersi la mia Arianna»

TrevisoQuella bimba non gliel’avrebbe portata via nessuno. E forse era per questo che Elisabetta Leder aveva già avviato le pratiche per ottenere l’affido esclusivo della piccola Arianna. I rapporti con Fahd Bouichou si erano parecchio allentati e l’infermiera non voleva correre il rischio che il padre della bimba potesse prenderla e portarsela via, magari in Marocco, dove nessun giudice te la restituisce. Non avrebbe mai pensato che questa precauzione burocratica potesse scatenare nell’ex compagno la violenza sanguinaria, bestiale, fino a trasformarlo in carnefice e assassino.
Una donna semplice, Elisabetta, che dopo alcuni corsi di formazione era riuscita a diventare assistente sanitaria ed entrare a lavorare come infermiera alla casa di riposo Menegazzi, di Treviso, dove il padre Antonio aveva lavorato 30 anni come usciere. I colleghi di lavoro e i vicini di casa la ricordano come una persona tranquilla anche se a volte si lasciava prendere da una malinconia che la intristiva e la faceva chiudere un po’ in se stessa. Forse per la responsabilità di dovere badare a una bimba che amava tantissimo ma che le faceva ricordare la sua storia d’amore sgretolata dal tempo e dalla lontananza di un partner sempre più assente.
È l’estate del 2006 lo spartiacque della vita di questa infermiera responsabile e malinconica. L’estate del suo viaggio in Marocco, a Marrakech, è quella che riserva a Elisabetta l’incontro con Fahd, dieci anni più giovane di lei.
Lui fa la guida turistica e l’incanto di Marrakech gli dà una mano a conquistare questa giovane trevigiana. Che quando ritorna a Castagnole di Paese scopre di essere incinta.
Papà Antonio e mamma Raffaella non la prendono benissimo ma si fanno in quattro per dare una mano alla figlia e a questo compagno che faticano ad accettare. Fahd si prende le sue responsabilità e, armato di visto turistico, viene in Italia per riconoscere la figlia. Ma la bellezza struggente della piccola Arianna non basta a tenere in vita un amore precario.
Lui va e viene dalla Francia, dove ha diversi parenti. Per cercare di tenerlo qui il padre di Elisabetta, senza molto entusiasmo, cerca di trovargli un lavoro fisso, in modo da procurargli un permesso di soggiorno. Invano.

Dieci giorni fa il marocchino era tornato per vedere la piccola e forse Elisabetta gli ha comunicato le sue intenzioni. Non immaginava che il padre di sua figlia arrivasse al punto di annegare la civiltà in un lago di sangue.

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