Biasotti: «Senza Berlusconi regime rosso»

(...) perché, tutto quello che si vuole, ma almeno il 40 per cento degli imprenditori sarà di centrodestra, no?»
Quindi?
«Quindi non ci sono andati perché hanno paura di restare ghettizzati, di non poter più intraprendere, per il solo fatto di esporsi e far vedere da che parte stanno».
Biasotti lei parcheggia l’auto in seconda fila?
«Solo se devo fare una commissione veloce e solo se non do fastidio. Questa sugli elettori di Forza Italia che non rispettano le regole Romano Prodi se la poteva risparmiare. Che pensi ai danni che ha fatto in Liguria, io me li ricordo, e che pensi ai danni che sta facendo Burlando».
Lei ha la sindrome di Giancarlo Mori: “Quando ero io il presidente sì che le cose andavano bene”.
«Io ho la sindrome di guardare ai fatti e quelli sono davanti agli occhi di tutti. La prima cosa che ha fatto la giunta di centrosinistra, a parte moltiplicare assessori e dirigenti, è stata aumentare le tasse: Irap, Irpef, Università per coprire un buco della Sanità che poi invece, come avevo previsto io, è stato coperto dal Governo, che ha dato alla Liguria 90 milioni di euro. E poi la benzina, hanno aumentato anche la benzina per coprire il deficit dell’Amt, che però è sempre allo sfascio. Dopo di che, Burlando cura gli interessi di poche lobby, alcuni terminalisti, alcuni imprenditori. Che cos’altro ha fatto?».
L’Istituto italiano di tecnologie...
«Non me lo nomini nemmeno. L’Iit a Genova l’ho portato io. Burlando lo ha spostato a Morego dalla sede che avevamo individuato noi a Quarto, e sono pronto a scommettere che a Quarto ci sarà una bella speculazione edilizia»
Non urli adesso: Terzo valico.
«Urlo sì invece! La soluzione dell’emissione dei bond per trovare i finanziamenti è la stessa prospettata oltre un anno fa con la mia giunta. Di nuovo c’è solo che Prodi dice che vuol tornare alla concertazione, allucinante. La verità è che le sole cose che stanno portando avanti sono quelle avviate da me, come i corsi di computer per anziani. Solo che le franno male».
Burlando ha riconfermato Giovanni Novi alla presidenza dell’Autorità portuale, questo almeno dovrebbe gratificarla.
«Una boutade. Ci mancherebbe altro che avesse mandato via Novi prima della scadenza del mandato. Per la successione invece sono già pronti i Burlando boys. Intanto i grandi armatori ci snobbano, Maersk non arriverà mai, della Costa non parla più nessuno, Renzo Piano ha mollato il progetto degli Erzelli e presto lo faranno fuori anche dal Waterfront, perché il loro unico obiettivo è fare gli interessi di pochi. E poi tutto il resto, di floricoltura e agricoltura nessuno si occupa più, lei non può immaginare quante proteste mi sono arrivate per un anno di giunta Burlando. No, guardi: se il centrosinistra vince queste elezioni per il Paese sarà il disastro».
Un test politico là dà vicino ad An e all’Udc, giusto i partiti che le chiesero di candidarsi.
«Vero, che coincidenza. Ma io ho altri progetti adesso».
Biasotti sindaco.
«Non è il momento di parlarne, adesso dobbiamo concentrarci sulle elezioni politiche, sulla riconferma di Berlusconi. Sul Comune c’è solo da dire che Genova con il centrosinistra conterà sempre meno a livello nazionale, basti pensare che Burlando pur di delegittimare Marta Vincenzi o altri nomi forti ha aperto all’ipotesi di un sindaco della Margherita».


Ma Biasotti che fa da grande?
«Credo che il mio compito sarà quello di raggruppare i partiti di centrodestra intorno al progetto di un grande partito popolare. Credo di avere la titolarità a dare un contributo forte, perché non sono iscritto ad alcun partito della Casa delle Libertà e quindi non potrò essere accusato di fare gli interessi dell’uno o dell’altro».

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