Bimbi «rapiti» in Germania, gli amici scendono in piazza

LA MAMMA «Chiedo che intervenga il governo, non ho avuto giustizia»

Bimbi «rapiti» in Germania, gli amici scendono in piazza

«Cari Leonardo e Nicolò, non dimenticate che la vostra mamma sta lottando per voi. Anche se siete dalla parte opposta della terra ricordate sempre che la vostra mamma vi ama» sulla testatina del foglio A4 firmato da Francesco c’è l’immagine di una leonessa, libera nella savana, con i suoi cuccioli accanto. È uno dei tanto messaggi scritti dai compagni di scuola di Nicolò e Leonardo, 6 e 10 anni, portati in Germania dai carabinieri venerdì scorso mentre erano nella loro scuola di via Magreglio. Ieri pomeriggio in piazza della Scala un commovente presidio di solidarietà alla mamma, Marinella Colombo, 47 anni, che non ha più notizie dei suoi figli da venerdì. Striscioni, amici vestiti con magliette dal logo www.figliliberi.com, adesivi distribuiti ai passanti con la scritta «Jugendamt, nein, danke!» (Jugendamt, no grazie, «sarebbe l’istituzione tedesca che in casi di separazioni si sostituisce alla potestà dei genitori» sostiene la donna) ma soprattutto due enormi scatoloni zeppi di regali e letterine da inviare a Nicolò e Leonardo. I compagni dei due bambini si sono presentati con le pettorine di carta scritte: «Leonardo sei simpatico e molto speciale», «Ci ricordiamo dei giorni magnifici trascorsi al mare con voi». «Eravamo in gita con la scuola per cinque giorni a fine aprile - raccontano i bambini - ci siamo divertiti un sacco». Poi ci sono i messaggi in codice, tipo «L’ammiraglio Fiordinando ti aspetta a bordo» o «avanti con il triumvirato» che sarebbe, ci spiegano i compagni, il ruolo dei tre giocatori in difesa durante le partite di pallone, «Leonardo è bravo in difesa» lo scriva, chiede il suo amico Giovanni. «Giocava con me in cortile a palla rilanciata» aggiunge Cristina. Marinella Colombo ha ringraziato tutti i bambini con le lacrime agli occhi e ha detto: «In giro per l’Europa c’è un uomo nero. Noi siamo scappati via ma lui ci ha raggiunto. Se lottiamo riusciremo a vincere».
Sull’altro lato del marciapiede Oliver Karrer, presidente dell’associazione Ceed (Conseil Europeen des Enfantes du Divorce) spiega al presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri che «il caso di Marinella è uno fra centinaia, che la sua associazione nata 10 anni fa, è composta da genitori di tutti i Paesi che hanno in comune il fatto di avere un marito o una moglie tedeschi. E che il coniuge non tedesco viene sempre penalizzato nei casi di affidamento dall’istituzione dello Jugendamt». Marinella Colombo non si arrende. Non può tornare in Germania perché su di lei pende un mandato di arresto: «Spero che si interessi il Parlamento. Di tutti i casi di malagiustizia riportati sul sito Ceed, gli unici che si sono risolti bene, dove cioè il genitore non tedesco ha potuto rivedere i figli sono quelli nei quali si è interessato il governo. Chiedo anch’io giustizia. Nel mio Paese è stato violato il mio diritto di difesa». Gli amici di Marinella la sostengono, «scrivete un messaggio al presidente Napolitano, ridate a Marinella Colombo i suoi due bambini, la via più diretta è quella di usare la pagina internet del Quirinale https://servizi.quirinale.it/webmail/.
Il presidente Palmeri ha promesso una commissione congiunta a a Palazzo Marino: «Pare che esista un problema di giurisdizione internazionale.

C’è molta asimmetria tra quello che accade in Germania rispetto agli altri Paesi. Vogliamo arrivare in Parlamento. Presenti anche Patrizia Toja candidata europea del centrosinistra, e Diana De Marchi candidata alle provinciali per il Pd: «Siamo allibite, chiediamo una posizione forte del governo».

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