Bini Smaghi ieri al Colle, dimissioni più vicine

Anche il capo dello Stato in campo sull'impasse Bce. Faccia a faccia al Quirinale con l’economista. Sulla crisi il Colle chiede "la collaborazione di tutte le forze politiche"

Bini Smaghi ieri al Colle, dimissioni più vicine

Roma Ormai è un assedio. Il Cavaliere che preme: «Ci sta creando uno spiacevole incidente con Parigi, spero nel suo senso dello Stato». La Francia che insiste: «Ci aspettiamo che l’accordo tra Berlusconi e Sarkozy venga rispettato e che si giunga a uno sbocco entro la fine della settimana, o al più presto possibile». Frattini che si appella al suo «senso di responsabilità». Bersani, pure lui, che si accoda: «La vicenda è stata gestita molto male, ma a questo punto deve fare un passo indietro». Il finto Bossi della Zanzara che gli offre una fantomatica «banca del nord». Fino a Giorgio Napolitano (nel tondo a sinistra), che lo convoca al Quirinale. Un momentaccio, per Lorenzo Bini Smaghi (nel tondo a destra), ormai a un passo dal lasciare la Bce. «Spero in una veloce soluzione del caso», commenta infatti in serata Silvio Berlusconi.
Questione di ore, o forse di settimane.

Dal Colle cercano di derubricare la portata dell’incontro, sottolineando come il capo dello Stato abbia ricevuto pure gli altri ex candidati alla Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni e Vittorio Grilli, definiti «tutti di altissimo livello». Ma l’uscita di Bini Smaghi dal consiglio della Banca centrale potrà allentare la tensione tra Roma e Parigi. Con i tedeschi invece, dopo il teatrino e le risatine, va già meglio. Fidarsi dell’Italia? Da Berlino rispondono di sì. La Germania «guarda con speranza» le parole che arrivano dal presidente e «confida che anche il governo la pensi come lui». A parlare è Steffen Sibert, portavoce della cancelleria, che cerchia con la matita rossa gli ultimi interventi sulla crisi del Quirinale. «Napolitano ha detto che ci troviamo in un mare in tempesta e tutti nella stessa barca. Ha spiegato che ogni Paese deve dare il suo contributo e che per l’Italia è il momento di agire nell’ambito dello sviluppo e delle riforme strutturali realizzando con risolutezza le decisioni annunciate».

Conclusione, la Germania «confida sul fatto che pure chi guida il Paese la veda in questo modo», dice ancora Stibert, che comunque vuole smorzare le polemiche dell’ultima settimana. Ad esempio, racconta, i rapporti tra la cancelliera e il Cavaliere sono ottimi. «Domenica ci sono stati buoni colloqui tra Angela Merkel e Silvio Berlusconi, anche alla presenza di Nicolas Sarkozy». Dunque, date retta a Napolitano, questo il consiglio dei tedeschi. E il capo dello Stato torna di nuovo sull’argomento. «C’è una sfida che oggi nessuno può eludere - scrive in un messaggio al congresso del Pdci - la consapevolezza della portata dei problemi aperti dalla grave crisi globale, finanziaria, economica e sociale che ha colpito l’Italia e la necessità di dare risposte convincenti e tempestive in primo luogo a chi, come i lavoratori meno garantiti e i giovani, vede messe in discussione le prospettive del proprio futuro».

Problemi pesanti, difficili. Bisogna affrontarli, spiega Napolitano, «con il necessario respiro internazionale e la dovuta attenzione a quanto avviene in Europa e nel mondo».

E tocca farlo tutti insieme, «con la collaborazione tra forze politiche diverse» intorno a «possibili obbiettivi comuni di interesse generale». Con una bussola sempre in funzione, la Costituzione, e due parametri precisi da seguire anche quando sarà l’ora di scelte dolorose, «l’equità sociale e la solidarietà tra generazioni».

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