Blitz all’alba: «bonificato» il Parco delle Cinque Terre

Blitz all’alba: «bonificato» il Parco delle Cinque Terre

(...) Luca Monteverde e Tiziana Lottini, hanno mosso ai vertici del Parco Nazionale e del Comune.
«Il materiale acquisito è ingente - ha commentato poi il procuratore Maurizio Caporuscio - ci sono le intercettazioni i cui contenuti appaiono sconcertanti per la chiarezza delle espressioni utilizzate».
Era l'alba, da poco erano suonate le sei del mattino, quando le auto della Polizia sono arrivate a Riomaggiore. Il tempo di un controllo poi c'è stata l'irruzione nelle case, le perquisizioni e poi quelle manette scattate ai polsi del presidente del Parco e del Sindaco. Il primo cittadino e alcuni dirigenti sono stati subito condotti in Municipio per una serie di controlli, poi il trasferimento in carcere, alla Spezia o al femminile di Genova. E l'operazione voluta dalla Procura della Repubblica della Spezia non è certo passata inosservata. «Abbiamo creduto che fosse un'azione contro la mafia, magari un latitante - hanno raccontato alcuni degli abitanti - poi abbiamo visto il sindaco e Franco Bonanini con le manette e abbiamo capito che era qualcos'altro, ma non ce lo saremmo mai aspettati».
Il blitz della Squadra Mobile, su ordine della Procura, ha così dato esecuzione a 12 ordinanze di custodia cautelare (di cui 8 in carcere e 4 ai domiciliari) e 3 ordinanze interdittive emesse dal giudice delle indagini preliminari Diana Brusacà. Sono stati condotti in carcere il presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre Franco Bonanini, il sindaco di Riomaggiore Gianluca Pasini, il responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Riomaggiore Graziano Tarabugi, il funzionario comunale Laura Vestito, l'impiegata comunale Francesca Truffello, il comandante della Polizia Municipale di Riomaggiore Aldo Campi, il geometra Alexio Azzaro e l'ingegnere Marco Bonaguidi. Ai domiciliari invece sono andati il presidente della cooperativa «Sentieri e terrazze» di Riomaggiore Luca Natale, le impiegate comunali Nicla e Roberta Pecunia e l'assessore al bilancio Lino Gogioso. Interdetti dalla professione l'imprenditore Francesco Costa e i commercialisti Umberto Paganini e Roberto Dell'Omodarme.
Nelle oltre 900 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare i magistrati hanno detto di aver scritto la storia di malversazioni di denaro pubblico, cattivo utilizzo e cattiva gestione di fondi europei per circa un milione di euro, legati a opere pubbliche anche post frane e emergenze meteo. Ma nell'atto di accusa si parla anche di accordi politici per creare stabilità di governo sul territorio. Le indagini avevano preso vita nei primi mesi del 2010 sulla scorta di alcune denunce e lettere anonime. Erano già state effettuate le prime perquisizioni di uffici comunali, del Parco e di alcuni professionisti privati collegati a pratiche edilizie. Poi il primo colpo di scena: a rendere pubblica l'inchiesta erano state altre due lettera anonime di un «corvo», inviate nelle scorse settimane a Carabinieri, Polizia, Procura della Repubblica, uffici comunali e redazioni di giornali. Missive che attaccavano l'autorità giudiziaria accusandola di comportamenti vessatori. Da qui anche un'ipotesi di calunnia inserita nel dispositivo emesso dalla Procura che presuppone la volontà degli indagati di rendere pubblica l'inchiesta. Eppure per adesso di questa indagine nessuno, inquirenti a parte, si è fatto un'idea completa. «Stiamo facendo bene il punto su cosa siano le accuse, ma intanto non ci spieghiamo la necessità di questi arresti - dice l'avvocato Marco Valerio Corini che difende Bonanini - il mio assistito aveva dato tutta la disponibilità ad essere sentito dai magistrati, ma non lo hanno mai chiamato. Si tratta di una persona che non è in salute (da pochi mesi è stato sottoposto ad un trapianto. Ndr), uno stato che non è compatibile con la detenzione. Per ora è a Pisa, nel reparto ospedaliero del carcere, ma abbiamo chiesto i domiciliari. Ci sono molti aspetti da comprendere, come per l'accusa di concussione che però non è legata a del denaro, ma a una sorta di sostegno politico».
Insomma incertezza e sconcerto sono le prime reazioni all'arresto di uno dei politici simbolo della Liguria, una figura rispettata da ogni parte politica ed elevata più volte ad esempio.

Il primo a levarsi a difesa di Bonanini è il presidente della Provincia, Marino Fiasella, che parla di un nuovo «caso Tortora» e aggiunge: «La giustizia farà il suo corso, ma uno spiegamento di uomini e mezzi per arrestare all’alba persone che dormivano nelle proprie case, senza alcun pericolo di fuga, ha dato alla comunità di Riomaggiore un senso di spettacolarizzazione che la gente non ha capito. Per il Parco, è un danno d’immagine irreparabile».

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