Bnl, Unipol ammette: «Opa possibile»

Bipielle incassa l’ok dell’Antitrust per Antonveneta. Merrill Lynch: Abn può essere una preda

Massimo Restelli

da Milano

Dietrofront di Unipol che ammette la possibilità di una contro-Opa su Bnl e parte alla ricerca delle munizioni finanziarie necessarie per strappare Via Veneto dalle braccia del Bilbao. Il consorzio non è ancora stato definito ma il presidente Giovanni Consorte avrebbe gettato le basi con il sistema bancario per un’operazione da 4 miliardi che vedrebbe schierata anche Deutsche Bank. Colpita dalle vendite fin dalla mattinata, Unipol (meno 2,4% in chiusura) ha dapprima negato qualsiasi contatto con il gruppo tedesco fino a quando non è stata costretta dalla Consob a fare chiarezza nel groviglio di indiscrezioni e mezze verità che si rincorrevano sul mercato.
Pur tra numerosi condizionali, Consorte ha ammesso che la contro-Opa è tra le alternative sul tavolo per proteggere l’investimento in Bnl Vita, la joint venture attiva nella bancassicurazione. Ma ha aggiunto di non essere in procinto di lanciare la scalata a Bnl e di aver dato mandato ai legali di tutelare il gruppo dalle «infondate illazioni» degli ultimi giorni. Unipol sembra quindi mantenere aperta la porta del dialogo con il Bilbao. Tanto da non escludere di mantenere il proprio 9,9% o di aderire all’offerta di scambio degli spagnoli che ieri al debutto ha raccolto una quota infinitesima di Bnl: sono state consegnate 3mila azioni, pari allo 0,00011% del capitale. L’Ops valorizza 2,52 euro ogni titolo di Via Veneto (2,8 euro la quotazione in Borsa), troppo poco secondo il contropatto di Francesco Gaetano Caltagirone che blinda il 27% del gruppo e ha duramente contestato la gestione del presidente Luigi Abete.
Da qui la battaglia di nervi per indurre al rilancio il Bilbao che appare però determinato a mantenere inalterata la propria posizione a meno che non si concretizzi una proposta concorrente. Unipol ha precisato di non aver convocato alcun consiglio ma l’attacco potrebbe arrivare da Consorte che ha già ottenuto un’ampia delega delle cooperative azioniste racchiuse nella holding Holmo. A essere destinato a sfilarsi sembra invece il Monte Paschi che, si sussurra a Siena, non sarebbe intenzionato a sottoscrivere l’inevitabile rafforzamento patrimoniale per assicurare a Unipol la solidità necessaria a digerire un boccone da 8 miliardi. Da risolvere anche l’ostacolo della normativa che vieta a un gruppo assicurativo di superare il 15% di una banca. L’ultima parola spetterà a Bankitalia che si deve ancora esprimere anche sulla doppia offerta con cui Bipielle vuole conquistare Antonveneta.

Mentre Merrill Lynch si spingeva a giudicare gli avversari di Abn Amro una possibile «preda» sul mercato Ue e si rincorrevano le voci sulle prove di dialogo, Lodi ha ottenuto il via libera dell’Antitrust al proprio progetto e ha avviato l’aumento di capitale. Giovedì l’ad Gianpiero Fiorani presenterà il nuovo marchio «Popolare Italiana».

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