Bocciati a Washington i treni della metro A

Daniele Petraroli

Dopo l’incidente che il 17 ottobre costò la vita ad Alessandra Lisi il coro era stato unanime: «Le nuove vetture della metro A sono sicurissime». La società di trasporti, il Campidoglio, i macchinisti e i sindacati non avevano dubbi: «Su quei treni la sicurezza è massima. Le cause del tamponamento sono altrove». Un errore del manovratore, un difetto di comunicazione con la centrale, la «spiombatura» del sistema di sicurezza. Ora, invece, anche sull’affidabilità delle nuove vetture di Met.Ro. sorgono dubbi. Chiariamolo subito. Niente fa pensare che la tragedia di piazza Vittorio sia dovuta a un guasto del treno. Negli Usa, però, evidenziano che i convogli della ditta spagnola Caf non sono esenti da difetti. Le stesse vetture in servizio nella Capitale circolano infatti nella metropolitana di Washington. Dal loro arrivo negli Usa, nel 2001, i problemi non sono mancati. Le porte, per esempio, spesso rifiutavano di chiudersi. «Nel gennaio 2002 - scriveva il Washington Post in un articolo del giugno 2005 - una donna di 58 anni è rimasta con un braccio impigliato nelle porte ed è stata trascinata lungo la piattaforma a Gallery Place a causa di un circuito difettoso delle porte in una vettura Caf. L’indagine ha evidenziato che il circuito era stato saldato male in fabbrica». L’autorevole Post si è dovuto occupare in continuazione dei guasti rilevati sui treni spagnoli. Altro esempio? A marzo 2002 un incendio è divampato in un mezzo a causa di un problema all’impianto di riscaldamento cablato male: un guasto poi rilevato in altre 33 delle 192 vetture in servizio a Washington. Altro problema, i virus nel software che hanno fatto impazzire gli ingegneri della società di trasporto americana. «I documenti indicano anche - continua il quotidiano Usa - difetti di costruzione basilari: cablaggio difettoso, assemblaggio sciatto e materiali al di sotto degli standard che l’ente aveva approvato». Tanto che la Metro americana aveva dovuto fare 170 modifiche tecniche per correggere i difetti. Con scarsi risultati, però. Alcune vetture non acceleravano, altre avevano l’aria condizionata guasta. E molte deragliavano. Curiosamente, però, solo quando erano vuote. «Quattro vetture Caf sono deragliate in meno di 18 mesi - continua il Post -. I treni deragliavano comunque in punti in cui le rotaie erano logore. Nessuna aveva passeggeri a bordo e tutte procedevano a bassa velocità percorrendo una curva a gomito, che si trova solitamente nelle stazioni di smistamento e mai sulla linea principale. Per questi motivi i funzionari della Metro hanno deciso di non ritirarle dal servizio». A parziale discolpa della Caf va detto che lo stesso Post rilevava come molti dei problemi potessero dipendere dai ridotti tempi di consegna imposti da Metro alla Caf nel gennaio 2001. Per completezza va aggiunto che le vetture di Washington hanno dato problemi dopo 52mila miglia. Una distanza che a Roma viene percorsa in 18 mesi. E i 27 nuovi treni (che diventeranno 45) capitolini sono in servizio da gennaio 2005. Dobbiamo preoccuparci? «Non creiamo allarmi - dice il vicepresidente del consiglio comunale Vincenzo Piso - e non gettiamo la croce addosso alla Caf. L’incidente del 17 ottobre potrebbe non aver nulla a che vedere con i guasti di Washington. Certo negli Usa hanno avuto problemi con questi convogli. È il caso di predisporre un’indagine seria sui treni spagnoli che viaggiano da anni in altri Paesi per prevenire eventuali guasti sui nostri. Non scordiamoci che il mezzo coinvolto nel tamponamento era già deragliato, da vuoto, un’altra volta».


Per finire, due singolari e inquietanti coincidenze: il logo della società di trasporto americana è «Metro», esattamente come quello romano. E il presidente (fino allo scorso febbraio) di cognome fa «White»: tradotto in italiano è «Bianchi».

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