Claudia B. Solimei
da Bologna
Aggredita appena scesa dallautobus, trascinata in un vicino distributore di benzina, dove cè stato il primo tentativo di stupro, sotto gli occhi della telecamera dell'area di servizio che ha immortalato l'indifferenza delle macchine che passavano, infine la violenza sessuale consumata in un parco poco distante, tra pugni e calci in faccia sferrati dall'aguzzino. È la terribile sequenza della violenza sessuale che si è consumata mercoledì sera a Bologna, vittima una studentesse trentenne, residente in una città del nord, ospite del fratello per frequentare un master. Scena dello stupro via di Corticella, una lunga strada che attraversa la Bolognina, periferia nord della città e zona ad alta densità di immigrazione.
Ad aggredire la giovane un uomo dalla carnagione scura, anche lui sui 30 anni, pachistano o magrebino, a cui gli investigatori sarebbero vicini grazie all'identikit e ai dettagli forniti dalla vittima, che tra le foto di alcuni sospetti ne ha indicate alcune. Ma ieri gli inquirenti hanno lanciato un appello a chi ha visto. «Io gridavo, ma nessuno mi ha aiutata» ha, infatti, denunciato la ragazza. E proprio la telecamera di sicurezza del distributore di benzina, diversi fotogrammi troppo scuri per dare un volto al'uomo, ha però immortalato l'indifferenza degli automobilisti di passaggio. La giovane era scesa dall'autobus, da cui è uscito anche il suo aggressore che la stava seguendo da un po. Quindi le si è avvicinato e ha fatto un primo tentativo di stupro nella zona a fianco del distributore, senza riuscirvi. Allora lha picchiata, costringendola ad attraversare la strada per andare in un giardino condominiale dove è stata consumata la violenza. La fase dell'attraversamento è stata ripresa: si vedono le due sagome, con l'uomo che trascina la giovane cinturandola e, intanto, passano due auto e due camper, ma nessuno si ferma. Certo chi era alla guida può non essersi reso conto di quanto stava succedendo, ma non è la prima volta che a Bologna scoppiano polemiche di questo genere. Il 18 giugno scorso, una ragazzina di 15 anni fu stuprata davanti al suo ragazzo nel parco pubblico di Villa Spada. Pochi giorni dopo furono arrestati due marocchini, di cui uno minorenne in carico ai servizi sociali del Comune. L'aggressione nel parco suscitò molta impressione e uno strascico di polemiche, proprio perché inizialmente gli inquirenti lamentarono la mancanza di testimonianze, nonostante la violenza fosse avvenuta in pieno giorno. E dire che, come ha recentemente confermato il questore Francesco Cirillo in un'intervista («mi chiamano anche per segnalarmi di avere visto una bicicletta andare contromano»), i bolognesi non hanno la fama di indifferenti. Da qualche anno, però, il clima in città è cambiato e oggi la paura, di denunciare e intervenire, si fa sentire.
La terza violenza sessuale in pochi mesi a opera di stranieri - il secondo episodio, finito con l'arresto di un algerino clandestino, si è verificato il 3 ottobre in un locale della zona universitaria - ha scatenato le ire della Lega Nord, che oggi organizzerà un sit-in in via di Corticella (ieri sera c'è stata una fiaccolata di Cgil e Ds) a cui parteciperà anche l'europarlamentare Mario Borghezio: «Forse le zone di periferia sono meno importanti del centro? O semplicemente non rientrano nel balletto sulla legalità in cui si sta cimentando il sindaco ultimamente?» ha accusato, tirando in ballo Sergio Cofferati e chiedendo alla magistratura una rigorosa applicazione della legge Bossi-Fini.
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