«Bomba» ambientale: sigilli alla Muratella

Ventimila metri quadri pieni di materiale inerte

Un milione di metri cubi di rifiuti pericolosi. Scarti ferrosi, edili, industriali. Soprattutto amianto proveniente da vecchie canne fumarie. I carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico di Roma comandato dal capitano Pietro Rajola, mettono i sigilli a un’area di 21mila metri quadri alle porte della capitale zeppa di materiale inerte altamente a rischio.
Una vera e propria «bomba» ambientale quella scoperta alla Muratella, tra via della Magliana e la via Portuense all’altezza di Ponte Galeria, in un terreno di proprietà di un imprenditore locale. «La segnalazione è arrivata al nostro numero verde - spiegano i carabinieri che hanno effettuato l’operazione -. Da giorni alcuni cittadini avevano notato un movimento a dir poco sospetto di camion e ruspe. Giunti sul posto abbiamo trovato una quantità impressionante di calcinacci e scorie di lavorazione». Il titolare del fondo è stato denunciato all’autorità giudiziaria mentre l’intera zona è stata dichiarata off-limits. Immediate le reazioni: «Il territorio in cui è avvenuto il ritrovamento di oltre 800mila metri cubi di rifiuti - spiega Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di An alla Provincia e componente della commissione ambientale - è fondamentale per lo sviluppo di un quadrante di città su cui si è puntato molto. Un segmento considerato fiore all’occhiello della capitale sull’asse Portuense, con nuove connessioni infrastrutturali e le complanari della A12, fra il nuovo Polo fieristico e congressuale, la nuova Fiera di Roma e il Centro Congressi Italia che avranno una capacità di attrarre a breve oltre due milioni di visitatori. Ebbene, com’è possibile che proprio questa zona non sia stata monitorata a dovere? Spero che la magistratura vada a fondo nell’inchiesta e rilevi eventuali omissioni». Nel sottosuolo della Muratella, tempo addietro, gli inquirenti trovano ottomila tonnellate di stirolo, un veleno potente che rischiava di contaminare la falda acquifera. Ma la serie di casi inquietanti scoperti sul litorale non è finita. Tra i più agghiaccianti la «discarica degli orrori» trovata dai carabinieri di Ardea, ovvero tonnellate di spazzatura e resti di cadaveri provenienti dal nuovo cimitero comunale. Cosa ci facevano nei due terreni alle porte della città? Gli investigatori ricostruiscono uno squallido affare da poche migliaia di euro: l’impresa funebre che avrebbe dovuto tumulare i defunti dall’ossario comune ai fornetti, d’accordo con il guardiano del camposanto, per risparmiare sul trasporto delle vecchie bare in discariche autorizzate le getta assieme ai resti umani nelle campagne attorno la Rocca. Ancora.

Tor San Lorenzo: la Guardia di Finanza blocca i dipendenti di una ditta specializzata nella manutenzione di pozzi neri mentre abbandonano rifiuti organici sull’arenile. La spiaggia, in concessione a una missione religiosa, è frequentata dagli alunni di una scuola materna. I mezzi vengono sequestrati e i responsabili denunciati per inquinamento e abbandono di sostanze pericolose.

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