La bomba in stazione come quella alla questura

Caro Direttore, non lo sapevo, ma domenica si festeggiava la Giornata per la Vita. Non lo sapevo, e mi hanno regalato una primula bianca. Non lo sapevo e sono scoppiata a piangere. Perché io, una vita, molti anni fa l’ho spenta. Non lo sapevo allora. Non lo sapevo che era del mio bambino che parlavano quei medici, quando io, giovane donna di 16 anni ero rimasta incinta del mio ragazzo. Non lo sapevo quanto fredda era quella mano che mi iniettava il sedativo. Non lo sapevo che risvegliata mi sarei sentita svuotata, spenta, sola terribilmente sola. Non lo sapevo che avrei cercato il mio piccolino, che lo avrei chiamato. Non lo sapevo che poi guardandomi le braccia, mi sarebbero sembrate inutili, perché non avrebbero mai stretto il mio bambino. Non lo sapevo.
Non lo sapevo che poi avrei sofferto tanto. Non lo sapevo perché loro questo non te lo dicono. Non ti dicono tutto. Ti raccontano che è veloce, ti raccontano che non senti niente. Ti raccontano che è solo un grumo di sangue. Non ti dicono quanto soffrirai. Non lo sapevo tutto questo. Non lo sapevo perché li non ti dicono che il rimorso poi è terribile. Il dolore straziante mi ha accompagnato ogni giorno della mia vita fino ad oggi. Non c’è stata sera prima di addormentarmi che il mio pensiero non sia volato al mio piccolo. Non c’è stato un solo bambino che ho visto da allora che non mi abbia fatto pensare come sarebbe stato il mio, di che colore avrebbe avuto gli occhi, come mi avrebbe detto mamma. Oggi ho 34 anni e due bambini bellissimi. Li guardo crescere e sempre mi dico, perché loro due sì, e il mio piccolino no. Perché? Perché... non lo sapevo... Non lo sapevo ma oggi lo so.

La primula che mi hanno regalato l’ho messa in cucina. La guardo e mi ricorda il mio bambino... L’ho sistemata in un vaso, ho aggiunto un po’ di terra e l’ho innaffiata. Mio marito e i miei bambini non sanno perché. Ma oggi io lo so.

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