Boom di viagra in Lombardia Va forte anche tra gli under 50

Al San Raffaele mille pazienti all’anno. I medici: «Si è abbassata l’età e in molti arrivano assieme alle partner»

I lombardi non vogliono fare brutte figure tra le lenzuola. Non esitano pertanto ad assumere quelle che sono state ribattezzate «le pillole dell'amore». Un aiuto farmacologico cui ricorrono più di tutti gli altri connazionali. Una scoperta che avviene in occasione del Meeting annuale dell'European Association of Urology che ha aperto i lavori ieri nella nostra città.
Nel 2007 hanno consumato, tra Viagra, Cialis e Levitra, ben 2.562.721 pasticche, dopo di loro i laziali che si sono fermati a quota 1.976.928. Al terzo posto ci sono gli abitanti dell'Emilia Romagna con 1.624.099, in questo caso sembra franare il mito del latin lover romagnolo. O forse per mantenere la fama i bagnini dell'Adriatico si rivelano dei buoni consumatori di queste pillole. E lo stesso sembrano fare i lombardi perché se le fanno prescrivere, dall'urologo o dal medico di base, non quando la situazione è disperata ma alla comparsa dei primi problemi. Meno bisognosi dell'aiuto farmacologico, o con maggiori riserve nel rendere note certe defaillance sono alcuni connazionali del sud. I calabresi consumano solo un ottavo delle pastiglie dei lombardi. 334.968 sono le pasticche vendute in Calabria, ma l'ultimo posto se lo aggiudica con 33.152 la men popolosa Valle d'Aosta.
I milanesi possono però consolarsi, i romani fanno più uso di Viagra, Cialis e Levitra. L'anno scorso le farmacie della capitale del resto della provincia ne hanno vendute 1.613.962 pasticche blu, gialle ed arancioni, mentre nella provincia di Milano si è arrivati a quota 1,277.621.
A far lievitare in Lombardia i consumi delle pillole dell'amore sono tutte le altre province, basti pensare che solo a Brescia ne sono state acquistate ben 282.414. Tra i lombardi hanno tanto successo le pillole a base di tadalafil che hanno durata d'azione di ben trentasei ore, ma ora possono assumere lo stesso medicinale nella versione ridotta a un quarto di dose tutti i giorni e non più al bisogno. Come un’abitudine regolare. «Un dosaggio che noi urologi - spiega il professor Francesco Montorsi del San Raffaele - utilizziamo già da tempo».


I pazienti, indipendentemente dalla scelta del farmaco come sono cambiati in questi anni? «Si è abbassata l'età - risponde il direttore della cattedra di urologia dell'Università Vita e Salute - noi da dieci anni vediamo mille pazienti l'anno e sono aumentati i cinquantenni.
Nei primi anni vedevamo pazienti settantenni e con gravi difficoltà, adesso arrivano da noi cinquantenni alle prime disfunzioni erettili. E non da soli, ma accompagnati dalle partner».

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