Bossi «Il leader libico è come un gatto che sta affogando»

La linea del governo sulla Libia è una e l’ha confermata anche Umberto Bossi: un attacco militare sarebbe «peggio» per la Libia ma anche per l’Italia. I libici «scapperebbero tutti da noi». Bisogna aiutarli piuttosto, ha commentato il leader leghista, «con viveri e medicinali», attraverso la missione umanitaria.
L’intervento di Bossi sulla politica estera ieri ha scatenato un polverone. Perché parlando con i giornalisti che gli chiedevano se per creare la Padania avesse intenzione di chiedere aiuto a Muhammar Gheddafi, il leader leghista ha risposto: «Ma vi pare. Per fortuna abbiamo uomini tantissimi, e le armi si fanno in Lombardia». Battuta in stile bossiano che il Pd ha preso talmente alla lettera da scrivere immediatamente un’interrogazione parlamentare all’indirizzo del ministro della Difesa Ignazio La Russa.
La seconda parte della dichiarazione di Bossi è stata in realtà quasi ghandiana e tutt’altro che guerrafondaia: «Gheddafi è un gatto che sta affogando e si arrampica sui vetri. La storia dimostra che chi spara sulla gente finisce male. Ricordate Umberto I, fu ucciso...».

Ieri a palazzo Chigi si è svolto un vertice interministeriale sulla crisi in Libia presieduto da Gianni Letta, presenti i ministri Maroni, Frattini, la Russa, Tremonti, Romani, Sacconi e Fazio. Un nuovo vertice è convocato per domani al termine del consiglio dei ministri.

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