da Milano
La strada verso Verona e lasse a tre con Cattolica: oggi il consiglio di amministrazione di Banca Popolare Italiana torna sulle nozze con Bpvn. Sul tavolo il protocollo di accordo con listituto cooperativo presieduto da Carlo Fratta Pasini: lo schema delloperazione, già accettata da Lodi, prevede lo scorporo delle due reti e la creazione di holding sulla base di un doppio concambio azionario ma il board deve ora completare anche lesame delle «tecnicalità» della fusione e lo scacchiere della governance. Per questultima è stata scelta una soluzione dualistica alla tedesca, anche se devono essere meglio chiarite sia le rispettive aree influenza del consiglio di sorveglianza e di quello di gestione sia la distribuzione della cariche. A partire dal peso dei consiglieri lodigiani doc (inizialmente contrari a Bpvn e favorevoli a una fusione con Popolare Emilia Romagna) e dal futuro ruolo del presidente di Bpi, Piero Giarda, e dellamministratore delegato Divo Gronchi che sono candidati a sedersi alla vicepresidenza della holding e alla presidenza del consiglio di gestione. Dopo il summit della scorsa settimana a Verona, atteso anche un «aggiornamento» su Cattolica, la compagnia scaligera destinata a diventare lavamposto della «superpopolare» nella bancassurance. La soluzione in questo caso sarebbe uno scorpopro degli asset «lombardi» (1,2 miliardi il controvalore stimato) in una newco di cui gli spagnoli di Mapfre dovrebbero rilevare il 30% e che dovrebbe essere affidata alle cure di Ezio Paolo Reggia, lattuale numero uno di Cattolica che perderà così il top manager che più ha contribuito a realizzarne lespansione.
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