Economia

Bpm corteggia Bpi e spinge la Borsa Consob in pressing

La precisazione di Lodi: «Abbiamo ricevuto proposte da più soggetti». Milano: «Contatti interlocutori»

Massimo Restelli

da Milano

Consob chiede a Bipiemme e Bpi di distinguere desideri e realtà. La richiesta formale è stata recapitata ieri sera ai due gruppi bancari al termine di una giornata nella quale l’arrampicata degli alleati francesi del Credit Mutuel nell’azionariato di Lodi (2,46%) aveva indotto Piazza Affari a scommettere che l’asse con Milano sarebbe stato gettato in tempi rapidi. Magari entro l’estate, materializzando così il primo tassello di quell’ampio consolidamento del settore per cui si è prodigato da mesi il governatore di Bankitalia, Mario Draghi.
Abbastanza per sollevare una roulette di indiscrezioni (nelle sale operative si parlava di un’offerta amichevole carta contro carta che avrebbe valorizzato Lodi 9 euro per azione) sulla scia delle quali Bpi era balzata dell’1,5% per poi chiudere piatta mentre Bpm lasciava sul terreno il 3 per cento. I presupposti industriali non mancano ma, dopo il pressing della Consob, Bpm ha schiacciato il freno definendo «ad oggi puramente interlocutori» i contatti avviati con Lodi. Con la quale non è stata, quindi, delineata «alcuna concreta ipotesi di aggregazione». Simile la posizione di Bpi che pur ammettendo di aver ricevuto proposte preliminari da parte di «più soggetti italiani ed esteri, tra cui Bpm», ha precisato di essere concentrata nello sviluppo del proprio piano industriale e di non aver chiesto ad alcun advisor di studiare percorsi aggregativi.
Una tecnica «di punta e tacco» che il presidente di Bpm Roberto Mazzotta, da tempo interessato a Bpi, potrebbe impiegare per tentare di superare la concorrenza degli altri potenziali pretendenti (il titolo Lodi ha guadagnato quasi il 20% dal 22 giugno). A partire da Popolare Verona-Novara, Popolari Unite, Popolare Emilia-Romagna e Mps ma avrebbero manifestato interesse anche Société Générale e Fortis.
Molto dipenderà dal verdetto di Bankitalia che, come ha ricostruito ieri il Sole 24 ore, il 26 luglio illustrerà al vertice di Bpi il risultato della lunga ispezione conseguente alla fallita scalata ad Antonveneta tentata dall’ex ad Gianpiero Fiorani. Quella sarà l’occasione per ottenere maggiore chiarezza sulle chance della popolare di rimanere autonoma e sui risultati raggiunti dopo la cura avviata dal tandem Divo Gronchi-Franco Baronio: venerdì si chiude l’aumento di capitale da 720 milioni mentre il 29 luglio i soci saranno chiamati ad accettare l’integrazione nella capogruppo di Reti Bancarie e di Bpl Investimenti.
Un partita tra i pesi massimi di un settore dove si sta giocando in parallelo anche quella per scrivere il destino di Intra. In questo caso, complice i ripetuti scossoni subiti dal Cda, tutto sembra rimandato a settembre.

Quando sarà più chiara la situazione finanziaria del gruppo e Creval, Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Verona-Novara dovrebbero presentare le offerte vincolanti.

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