Bpm nella bufera cede il 7% Parte un esposto ai Pm Appello dei sindacati ai soci

Giornata di fuoco per la Banca Popolare di Milano: in Borsa il titolo è tornato a perdere vistosamente e Palazzo di Giustizia accende un faro sulla fuga di notizie riguardo l’ispezione di Bankitalia. Mentre la banca, insieme ai sindacati azionisti, denuncia un «attacco mediatico» nei suoi confronti. Tanto che Piazza Meda ha fatto sapere di aver dato mandato ai propri avvocati affinchè intraprendano «le opportune iniziative giudiziarie a tutela dei propri interessi» in relazione ad alcuni articoli apparsi negli ultimi giorni sul Sole 24Ore e sul Giornale. Intanto l’esposto presentato da Bpm alla Guardia di Finanza per violazione del segreto bancario è stato trasmesso alla Procura di Milano e non si esclude che possa seguire un’inchiesta. I sindacati, dal canto loro, ritengono le indiscrezioni di stampa che vedono la Bpm preda di Bnp Paribas, o nuovamente interessata a fondersi con la Popolare dell’Emilia Romagna, «l’ennesima conferma che sia in atto un attacco senza precedenti alla nostra cooperativa». In realtà, la stessa Bper in un comunicato ha sgombrato il campo, come già fatto da Piazza Meda nei giorni scorsi, dalle ipotesi di aggregazione Milano-Modena, precisando che «allo stato non sono allo studio operazioni di carattere straordinario». Ma proprio la smentita ha contribuito ad alimentare la speculazione del mercato, spingendo Bpm in fondo al listino: a fine giornata il titolo ha perso il 7,39% a 1,62 euro. Insomma, il clima intorno alla banca presieduta da Massimo Ponzellini si scalda sempre di più in vista dell’assemblea straordinaria di sabato prossimo, chiamata a recepire le raccomandazioni della Banca d’Italia.
Ai soci verrà chiesto di aumentare il capitale fino a 1,2 miliardi e, soprattutto, di incrementare le deleghe di voto da 3 a 5.

Tema, quest’ultimo, su cui le quattro sigle Fabi, Fiba, Fisac e Uilca, hanno ribadito l’invito a votare contro, in linea con l’Associazione Amici della Bipiemme, invitando i soci a partecipare in «massa alla prossima assemblea», in modo da dare «un grande segnale di appartenenza e difesa al nostro modello unico di cooperativa».

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