Bpm, ok a Lehman ma con dei «paletti»

da Milano

Mandato a 360 gradi a Lehman per esplorare ipotesi di sviluppo che prevedano, oltre a un’aggregazione, anche l’ipotesi «stand alone». Con l’aggiunta di un paio di significativi paletti: che un’eventuale fusione avvenga tra pari e che in ogni caso venga difesa la forma cooperativa. Questo il risultato del confronto all’interno del cda di Banca Popolare di Milano svoltosi ieri per l’approvazione dei conti semestrali.
Nella riunione è stato dettagliato il ruolo del comitato strategico della Bpm, nato dopo la mancata aggregazione con la Bper, e oggetto di perplessita di Bankitalia. L’organismo, hanno detto fonti interne, sarà «al servizio del consiglio» della banca. Il cda ha approvato il regolamento del comitato strategico tenendo conto delle disposizioni statutarie ed equiparandolo agli altri comitati esistenti.

Il cda ha anche affidato al presidente Roberto Mazzotta l’incarico di rispondere ai fondi americani che, in una lettera, avevano contestato ruolo e obiettivi del comitato. Quanto ai conti Bpm ha archiviato il primo semestre 2007 con un utile netto di 235 milioni di euro, in aumento del 39,6% al netto delle voci straordinarie. Irrilevante l’esposizione verso i mutui suprime.

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