Cultura e Spettacoli

Il Brachetti dai mille volti diventa Bogart e Biancaneve

«L’uomo dai mille volti» al Teatro della Luna di Milano

Enrico Groppali

È difficile far rientrare Arturo Brachetti nella categoria del puro trasformismo. Perché il Nostro è un uomo-orchestra che ripete sul palco gli straordinari exploit che, sullo schermo, resero celebre Lon Chaney, soprannominato a Hollywood «L'uomo dai mille volti». Uno slogan che David Zard, produttore della nuova strabiliante performance del grande mimo e Serge Denoncourt, regista di questo spettacolo che ha retto per tre mesi il tutto esaurito al Mogador di Parigi, hanno ripreso alla lettera intitolandolo alla nuova avventura multimediale di Arturo. Che adesso, oltre ad emulare con successo il trascolorante sorriso di Marcel Marceau e le prodezze acrobatiche di Nola Rae, rizza sul palco l'antico siparietto brechtiano dilatato ad enorme lenzuolo per far balzare dal buio come ombre cinesi le strabilianti silhouette degli animali da cortile e delle belve della giungla che, come in un serraglio immaginario, incorniciano l'icona di Gloria Swanson in Viale del tramonto o la terrificante maschera di Nosferatu.
Ma non crediate che lo show abbia solo queste frecce al suo arco. Perché dal solaio nostalgico dell'infanzia dove l'eroe ci invita simbolicamente ad entrare ammirando in sua compagnia i Pinocchietti e i Mangiafuoco che lo abitano, a un certo punto esce da una superba trousse di velluto rosso la voce della mamma che, dall'alto dei cieli, vigila sul cammino di Arturo eterno bambino con la vocina querula e inconfondibile di Sandra Mondaini.
E subito dopo, sull'onda delle parole e dei souvenir che in forma di battute ha congegnato un altro impareggiabile Arturo, ossia il grande Kopit autore di un classico come Oh papà, povero papà... ecco materializzarsi per la croce e delizia di rampolli adulti e di eterni bambini il paradiso del sogno americano. Che qui coincide con la mitologia di Hollywood. Uscito dal solaio per entrare da padrone nella fabbrica in technicolor alloggiata a Beverly Hills, ecco infatti Arturo diventare prima un etereo James Bond e poi una smaliziata Biancaneve che canta con la voce di Barbra Streisand la canzone del Principe Azzurro con le mossette feline della successiva eroina: Miss Rossella O'Hara. Per indossare in rapida successione i panni succinti di Liza Minnelli in Cabaret, reggere sul capo i copricapi di banane di Carmen Miranda e infine assumere, in Casablanca, la doppia identità di Bogart e della Bergman in una rapidissima giravolta che ci lascia senza fiato.

ARTURO BRACHETTI - L'UOMO DAI MILLE VOLTI Milano, Teatro della Luna, dal 22 al 30 ottobre.

Roma, Gran Teatro dal 1° dicembre.

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