Un brasiliano vince il Film festival

Si è chiuso con la vittoria di «Ainda orangotangos» (Still Orangutans) del trentaseienne brasiliano Gustavo Spolidoro, la tredicesima edizione del Milano Film Festival.
Dopo lunghe discussioni Alessandro Piva, Silvia Ballestra, Manuel Agnelli e Carlotta Cristiani, componenti della giuria del concorso lungometraggi, hanno deciso di premiare «la sperimentazione, il coraggio, l’originalità che caratterizzano questo film».
Alla sua opera prima, il brasiliano Gustavo Spolidoro si cimenta con uno dei tabù dell’estetica cinematografica: il piano sequenza. In 80 minuti di pellicola vengono raccontate otto diverse storie. Storie al limite del surreale, inserite nella quotidianità di un giorno qualsiasi. Nell’intento di «manipolare il tempo», «Still Orangutans» vaga per Porto Alegre facendo uso dell’ellissi temporale per mostrare alcuni momenti nel corso di 14 ore. In questa circumnavigazione tra l’alba e la notte si incontrano personaggi alla ricerca del desiderio a ogni costo.

Coniugando sfida tecnica e una sceneggiatura «a soggetti multipli», il film tenta, tra l’altro, una sperimentazione cinematografica con uno sguardo su una galassia urbana del ventunesimo secolo in cui i personaggi sono «Ancora Orangotanghi».

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