Brignano: «La mia vita va in scena»

«Evviva!», un mix comico-satirico-musicale tagliato su misura con gli autori del Sistina: i nomi sacri dello spettacolo romano

Matteo Failla

Non è un semplice one-man show, non è solo uno spettacolo comico o satirico, ma non è nemmeno un nuovo musical: Evviva! è piuttosto tutto questo, un mix di teatro comico-satirico-musicale-danzante «tagliato su misura», come fosse un abito, per essere indossato da Enrico Brignano; ed ecco che con una semplice esclamazione di gioia, Evviva, il noto comico romano, protagonista da anni in televisione, sbarca a Milano - dal 7 febbraio al 5 marzo, al Teatro Nuovo - con il suo nuovo spettacolo, che porta con sé i nomi dei tradizionali autori del “Sistina”: Jaja Fiastri, Enrico Vaime, Armando Trovajoli, Gino Landi, Uberto Bertacca, Silvia Frattolillo: per la regia di Pietro Garinei.
Come è nata l’idea dello spettacolo?
«Assieme al team del Sistina stavamo lavorando al progetto di un nuovo spettacolo comico – spiega Enrico Brignano – ma mentre eravamo ancora alle fasi iniziali di preparazione, ho notato che tanti miei amici e colleghi mi chiedevano notizie su come fosse lavorare per il Sistina. Effettivamente, mi sono detto, nella carriera di un artista questo è un traguardo importante, che non tutti possono raggiungere. È stato allora che ho pensato a uno spettacolo che raccontasse la mia vita, che riportasse alla luce il mio percorso artistico che mi ha condotto fino a dove sono ora: a teatro con la squadra del Sistina per l’appunto».
Ma perché hai scelto proprio questo titolo, “Evviva!”?
«È un’espressione usata spesso, forse anche abusata, che e a volte perde di significato; la usa un bambino che vince una partita di Playstation come un adulto che ha appena vinto al Totocalcio. Ma in questo spettacolo rappresenta l’urlo di gioia del mio traguardo artistico, l’euforico punto d’arrivo di una vita artistica che mi vede protagonista».
Lavorare con la squadra del Sistina è quindi un punto d’arrivo?
«Sicuramente è un momento importante, ma la considererei piuttosto una tappa, quasi un pit stop per ricaricare le batterie e ripartire verso nuove avventure artistiche. Certo lo spettacolo è stato fino a ora un grande successo, abbiamo avuto ovunque il tutto esaurito, ma non può essere un semplice punto d’arrivo. È un ottimo “ristoro artistico” che a oggi ha avuto 85mila spettatori».
Nello spettacolo ti metti in gioco in prima persona, raccontando la tua storia; qual è la parte della tua vita che suscita maggior interesse nel pubblico?
«Credo sia il periodo in cui mi sentivo perduto e ho lasciato l’Italia per andare negli Stati Uniti; qui sono rimasto per otto mesi ed ho lavorato in un ristorante di mafiosi: mi sono anche fidanzato con la figlia del proprietario. Un momento indimenticabile, comico e particolare in tanti aspetti. La forza dello spettacolo è che si crea una storia nella storia, una forma di metateatro tra balletti, monologhi e canti: il Brignano sul palco diventa voce narrante della propria esistenza, ma anche protagonista di una storia che attimo dopo attimo si sviluppa a teatro: è come se sul palco stesse andando in scena il mio presente e non le mie esperienze già vissute».


Parlando del lato comico invece su cosa punterà la tua satira?
«Non sulla politica, piuttosto sui fenomeni di costume, che non guastano mai. Ma non sarò il Brignano televisivo, quello più noto al grande pubblico, piuttosto sarò, anche in questa mia esperienza teatrale, un “Brignano da palco”».

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