Concluso con successo il G8 dell’Aquila, si apre oggi una settimana molto importante per l’economia. Ministro Brunetta, che cosa dobbiamo aspettarci?
«Domani - risponde Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione - abbiamo l’incontro con i sindacati e le imprese sul Dpef, che sarà approvato mercoledì dal Consiglio dei ministri. Prima del Consiglio, il Cipe varerà 1,3 miliardi di stanziamenti per la banda larga. Infine sono in arrivo nelle prossime ore gli emendamenti al decreto fiscale da parte dei parlamentari. Poi il governo deciderà quali fare propri».
Nel decreto farà ingresso anche l’aumento dell’età pensionabile per le donne che lavorano nella Pubblica amministrazione, come ci ha chiesto la Corte di giustizia europea?
«Sì, ma soltanto previa consultazione con i sindacati. Il decreto è il veicolo legislativo ideale, perché prima facciamo e meglio è. Se c’è l’accordo, no problem. La perequazione sarà graduale nell’arco di un decennio, un anno di incremento d’età ogni due anni, fatte salve le eccezioni per chi ha maturato alcuni specifici requisiti».
Si parla di risparmi consistenti di spesa previdenziale, un paio di miliardi di euro in un decennio.
«Le valutazioni sono diverse, è difficile dire. Ma la cifra non è importante: quel che so per certo è che i risparmi finiranno in un fondo pubblico per il welfare familiare a favore delle donne che lavorano nella Pubblica amministrazione: con l’aumento dell’età pensionabile non vogliamo fare cassa. Invece, mi piacerebbe che questo intervento sul pubblico impiego potesse aprire la strada a una perequazione più generale, per tutte le donne che lavorano. E non è finita qui».
Che cosa ancora bolle in pentola?
«Il Cipe approverà gli stanziamenti (1,3 miliardi di euro) per l’e-government fino al 2012. È una vera e propria rivoluzione: partono gli investimenti necessari per la banda larga, che sarà un grande produttore di sviluppo e di semplificazione per l’intera economia. Poi sarà approvato il Codice delle Autonomie, a cui ho lavorato con i colleghi Calderoli e Maroni: una grande semplificazione burocratica con l’eliminazione, tra l’altro, delle Comunità montane e degli Enti di bonifica, vecchi arnesi che vengono devoluti alle Regioni».
Ci dice qualcosa di più sul Codice?
«Il testo predisposto da Roberto Calderoli è una delega, ma ha una potenza enorme. Pensi che esistono ancora in Italia i Consorzi di bonifica, retaggio di archeologia ambientale, enti che non rendono conto a nessuno. Vogliamo accorparli e devolverli alle Regioni. Il Codice delle Autonomie è l’altra faccia del federalismo fiscale».
Sono queste le riforme che molti sollecitano al governo?
«Ci aggiungo la privatizzazione e la liberalizzazione delle public utilities, le vecchie municipalizzate, una riforma sempre osteggiata che ora è in arrivo con il Codice. Ci aggiungo il collegato sullo sviluppo - quello che prevede il ritorno al nucleare - del ministro Scajola. Da questa settimana fino alla pausa estiva verranno a maturazione molti interventi, dal decreto fiscale di Giulio Tremonti - sottovalutato al momento della presentazione perché in quel momento di parlava d’altro - al mio decreto legislativo sulla riforma della Pubblica amministrazione che presto sarà approvato dalle commissioni parlamentari. Gli ultimi dodici mesi rappresentano un anno senza eguali nella storia della Repubblica. Molti commentatori, penso a Mario Monti, ci chiedono le riforme. E queste che cosa sono, se non riforme? Anche il Dpef che approveremo mercoledì sarà l’ultimo, grazie alla riforma del bilancio. Nessun altro governo ha fatto di più. Prima delle vacanze estive, faremo un seminario di governo, per esaminare le cose fatte negli ultimi dodici mesi, il ministro Rotondi ci sta lavorando, e ci renderemo conto dell’enorme lavoro portato a termine».
Crede che una volta giunte a maturazione queste riforme la ripresa dell’economia ne risulterà in qualche modo agevolata?
«La ripresa ha i suoi canali. Tuttavia, ricordo che abbiamo affrontato la crisi economica e finanziaria, ed abbiamo fatto fronte al terremoto in Abruzzo con 5-6 miliardi imprevisti, sempre senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. Ora pensiamo di allargare la defiscalizzazione (la Tremonti-ter) a favore delle imprese. Se poi sarà inserito nel decreto fiscale lo scudo per il rientro dei capitali dall’estero, i proventi saranno finalizzati alla ripresa. Fra l’estate e l’autunno, infine, penso di proporre un sistema assicurativo moderno contro le catastrofi, che coinvolgerà tutti, dallo Stato ai cittadini agli Enti locali. E tutto questo alla faccia dei detrattori, di chi dice che non abbiamo fatto le riforme, di una opposizione impotente e senza idee, alla faccia dei maestrini dalla penna rossa che dovrebbero leggere le carte, prima di sentenziare. Dicono che non siamo capaci di governare, laddove è vero esattamente il contrario. Per fortuna gli italiani se ne sono accorti. Il consenso per il governo è altissimo.
Di che tipo?
«Posso dire questo: i maestrini dalla penna rossa avranno materiale di studio per le vacanze».
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