«Burlando scelga: o rinuncia a nuove tasse o salta la maggioranza»

Ultimatum di Rifondazione e Comunisti italiani, anche i Verdi pronti a valutare l’addio La giunta non avrebbe più i voti

(...) Sono pronti a uscire infatti, e con toni durissimi, sia Rifondazione comunista sia i Comunisti italiani. Fanno quattro consiglieri in meno su cui poter contare in aula, e potrebbero essere sei se anche i Verdi, dopo il confronto con la maggioranza la settimana prossima, decidessero di seguire gli infuriati colleghi. Il che porterebbe da 26 a 20 i numeri della maggioranza, rafforzando il ruolo di un’opposizione che attualmente è schiacciata su 14 eletti.
A domanda diretta, i comunisti rispondono senza se e senza ma: «È poco ma sicuro che se il governo porterà dallo 0,9 all’1,4 l’aliquota Irpef anche per le fasce sotto i 13mila euro noi lasceremo la maggioranza». Non fosse altro che già nel novembre scorso il Prc minacciò la crisi se la giunta non avesse salvaguardato i redditi più bassi nella manovra fiscale regionale, quella pure varata per coprire il disavanzo in Sanità. Il fatto che l’avvertimento arrivi ora, a braccio di ferro Regione-Governo appena cominiciato, la dice lunga su molte cose. La scarsa fiducia nella reale volontà della giunta di evitare la stangata, per esempio, e infatti Giacomo Conti il segretario ligure del Prc la mette così: «Se la Regione deciderà di sottostare alla stangata del governo, noi non potremo appoggiare una politica che tassa i poveri». E il logoramento dei rapporti fra partiti minori da una parte e Ds e Margherita dall’altra che non è certo iniziato ieri, là dove è dall’inizio della legislatura, un anno fa, che l’Ulivo si riunisce e poi decide senza mai un confronti preventivo con le altre forze politiche. È successo anche questa volta: «Noi le dichiarazioni degli assessori alla Sanità e al Bilancio Claudio Montaldo e Giovanni Battista Pittaluga le leggiamo solo sui giornali» accusano Conti e Tirreno Bianchi il capogruppo del Pdci. Fossero d’accordo poi, sarebbe solo un problema di metodo. Ma qui è il merito a far imbestialire. «Parlano di ridurre il personale, di tagliare i posti letto e di sanzionare quei poveri cristi che aspettano mesi per fare un esame e magari poi trovano una via più veloce e dimenticano di disdire la prenotazione - attacca Conti -. In questo modo si arriverà solo alla privatizzazione della Sanità. Sono dichiarazioni del tutto incompatibili per una maggioranza che abbia il sostegno di Rifondazione».
Tanto più che, urlano inascoltati da mesi i comunisti, i problemi sono ben altri. La spesa farmaceutica, per dire: «Nessuno tocca le lobby che sono alla base dell’aumento». Le «vergognose esternalizzazioni» dei servizi, dice il Prc che «le rette degli istituti convenzionati andrebbero tagliate». Soprattutto, la «gestione di mercato» delle Asl, con il problema dei Drg, i rimborsi per le prestazioni: «Le aziende ormai decidono quali prestazioni dare in base al rimborso maggiore che otterranno, con scarso rispetto per la salute dei cittadini. La verità è che i Drg vanno tagliati del 20 per cento subito, e poi va superato questo sistema della mercificazione da mercato delle mucche». Insomma: «Non si può far pagare ai poveri per gli sperperi che fanno guadagnare qualcuno».
C’è poi il problema di chi ha fatto, o non ha fatto, cosa. Il dito è puntato sui dirigenti, e il riferimento affatto velato è a Domenico Crupi il direttore generale della Sanità che già lavorò con la giunta Biasotti. Conti: «Noi lo dicemmo un anno fa che certi dirigenti non andavano riconfermati, invece sono rimasti al loro posto e hanno anche appena ricevuto un premio di produzione. Ma se all’improvviso ci troviamo in un disastro tale, come mai non se ne sono accorti prima? E che cosa hanno fatto in un anno questi direttori che ci era stato giurato fossero al di fuori delle logiche di partito?». Bianchi: «Lo dicemmo subito che era un errore confermare Crupi, perché se c’era il disavanzo nei conti prima e c’è anche ora è chiaro che ha una responsabilità: gli assessori non si possono inventare le cose, sono i tecnici che devono dare i dati e che hanno un ruolo di intermediazione». Se Conti «salva» Burlando: «Non si può addossare a lui l’incapacità di tenere anche le minime relazioni all’interno della maggioranza», Bianchi dice che «il presidente ha una responsabilità generale: è sbagliato dare tutta la colpa a Biasotti, bisogna invece capire se gli assessorati hanno lavorato come dovevano».


E se c’è chi dice sia tutta una manovra per fare di Crupi un capro espiatorio e non dover costringere alle dimissioni Montaldo, intanto la rabbia della sinistra fa il paio con quella della Cgil. Diceva l’altra sera a Primocanale Anna Giacobbe il segretario ligure: «Se il governo vara la stangata noi considereremo responsabile questa giunta». Non sarà la sola.

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