da Roma
«Un incontro cordiale e utile». Così nei palazzi d’Oltretevere definiscono l’udienza di George Bush con Benedetto XVI e il successivo dialogo del presidente americano con il Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Nei colloqui si è parlato della crisi in Medio Oriente, della grave situazione dei cristiani in quell’area, della necessità di un approccio multilaterale e negoziale per affrontare le crisi come quella iraniana. Ma si è parlato anche di libertà religiosa, difesa della vita, lotta a povertà e pandemie, salvaguardia dell’ambiente.
Bush, alla sua quarta visita in Vaticano, che avviene a poco più di un anno dalle elezioni presidenziali in un momento di difficoltà interna e internazionale, è entrato con la limousine blindata nel cortile di San Damaso dopo essere arrivato da Piazza del Sant’Uffizio e non da via della Conciliazione, dove l’attendevano invano parecchi curiosi. Scortato dalle guardie svizzere e dai «gentiluomini di Sua Santità» è arrivato sulla soglia della biblioteca ed è stato accolto il Pontefice. «È bello essere qui», ha detto il presidente al Papa. Durante le foto di rito, Bush ha commesso una piccola gaffe, rivolgendosi più volte a Ratzinger chiamandolo «sir», cioè «signore», invece di «santità». In presenza dei cronisti, Benedetto XVI ha chiesto al presidente se al G8 si è deciso qualcosa di importante per l’umanità: «Sono state prese delle decisioni? Non è così facile». «Come lei sa – ha risposto Bush – ci sono tante differenti opinioni, ma è andato tutto bene. È stato un vertice che ha avuto successo. Per l’Africa abbiamo varato forti iniziative contro l’Aids, raddoppiando la somma degli aiuti. Ci lavoreremo con il Congresso». Il presidente ha quindi ricordato al Pontefice che il G8 si è svolto in Germania, «il suo vecchio Paese». E quando Ratzinger ha chiesto come fosse andato il colloquio con Putin, Bush ha indicato i giornalisti: «Glielo dico tra un minuto...».
Il faccia a faccia è durato 34 minuti, un tempo abbastanza lungo. Poi c’è stato lo scambio dei doni. Il Papa ha regalato una stampa con una veduta di Roma, Bush un lungo bastone intarsiato di scritte di diversi colori. Subito dopo è seguito il colloquio con il cardinale Bertone. Con i giornalisti, il presidente ha definito «un’esperienza commovente» l’incontro con Benedetto XVI spiegando che «il nostro obiettivo è debellare la malaria in tutta l’Africa e sfamare gli affamati». Nel comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede si legge che «nei cordiali colloqui sono stati passati in rassegna i principali temi di politica internazionale, soffermandosi in particolare, per quanto riguarda il Medio Oriente, sulla questione israelo-palestinese, sul Libano, sulla preoccupante situazione in Irak e sulle critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane». Il Vaticano è contrario a qualsiasi progetto di ghettizzazione dei cristiani irakeni, come quello che prevede la creazione di un’enclave cristiana nella piana di Ninive. A Bush è stato chiesto una particolare attenzione per l’area e un approccio multilaterale. «Da parte della Santa Sede si è auspicata, ancora una volta, una soluzione “regionale” e “negoziata” dei conflitti e delle crisi che travagliano la regione». Anche per quanto riguarda la crisi con l’Iran, il Vaticano ha chiesto agli Usa di far prevalere la diplomazia e di non cedere alle spinte di chi vorrebbe ripetere soluzioni come quella irakena, dimostratasi già disastrosa. Si è parlato anche dei cristiani di Terrasanta, e delle loro difficoltà. Al presidente la Santa Sede ha chiesto un appoggio nei negoziati in corso tra Vaticano e Israele per arrivare all’attuazione degli accordi sottoscritti e mai attuati. «Nelle conversazioni – continua il comunicato vaticano – si è dedicata attenzione all’Africa e al suo sviluppo, con riferimento anche al Darfur, non mancando inoltre uno scambio di opinioni sull’America Latina».
«Vi è stato infine un esame delle questione morali e religiose odierne, tra cui quelle relative ai diritti umani e alla libertà religiosa, la difesa e la promozione della vita, il matrimonio e la famiglia, l’educazione delle nuove generazioni, lo sviluppo sostenibile».
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