La bussola dei costruttori indica l’Est Europa Ecco dove nascono le vetture che guidiamo

Le vendite di auto nell’Europa occidentale ristagnano, l’America è in crisi. I costruttori rivedono i livelli produttivi e puntano ancor più sull’innovazione e sui mercati emergenti per superare le crescenti difficoltà. A sostenere i ritmi di produzione mondiale sono soprattutto i mercati emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e quelli del Sud-Est asiatico.
Nell’Europa dell’Est i bassi costi della manodopera rispetto a quelli occidentali attirano gli investimenti. In Slovacchia il gruppo Psa assemblerà circa 300mila esemplari (soprattutto Peugeot 207) nella fabbrica di Trnava a partire dal 2009, Kia già costruisce 225mila cee’d e Sportage a Zilina (saliranno a 300mila il prossimo anno), Volkswagen è da tempo consolidata a Bratislava dove prevede di chiudere il 2008 con 250mila veicoli. Nella Repubblica Ceca, Skoda è la padrona di casa con tre siti nei quali produrrà 700mila veicoli nel 2008 con l’obiettivo di crescere a circa un milione nel 2010. Dal 2006 è attivo l’impianto di Kolin, in joint venture tra Psa e Toyota, che vale 300mila unità l’anno tra Peugeot 107, Citroën C1 e Toyota Aygo. Entro qualche mese Hyundai avvierà le operazioni nel nuovo sito di Kosovice da 1,1 miliardi di euro per una capacità annuale di circa 300mila auto. In Polonia, Fiat è tra i produttori leader del Paese: da tempo è impegnata nella fabbrica di Tychy dove nascono Panda e 500. I ritmi di quest’ultima per la crescente domanda, saliranno a 190mila unità l’anno. Da Tychy, grazie a un accordo con Ford, uscirà a breve anche l’erede della Ka. Opel, invece, è presente a Gliwice, dove assembla i modelli Agila, Astra Classic e Zafira. L’Ungheria è in attesa della costruzione dell’impianto di Daimler a Kecskemet (aprirà nel 2011 al ritmo iniziale di circa 100mila unità suddivise tra due inediti modelli compatti Mercedes); Suzuki e Audi vantano due storici stabilimenti. Quello dei giapponesi è situato a Esztergom e lì produce circa 300mila Splash l’anno, mentre la fabbrica Audi è a Gyor (assemblaggio di Tt coupé e roadster, oltre a quasi due milioni di motori). La Romania è il regno della Dacia. La controllata di Renault costruisce a Pitesti la low cost Logan e punta ad aumentare la capacità a oltre 400mila unità nel 2009. Ford, dopo aver acquistato la maggioranza di Daewoo Automobile Romania lo scorso marzo, conta di rivitalizzare l’impianto di Craiova portando la capacità a 300mila esemplari. Nella ex Jugoslavia, Renault è attiva da anni nella fabbrica slovena di Revoz dove produce oltre 200mila vetture l’anno. L’accordo con Zastava consentirà a Fiat di creare una base produttiva a Kragujevac, in Serbia. Ma sarà soprattutto la Russia ad avere un grande ruolo nell’auto. Entro il 2020, la produzione dovrebbe aumentare fino a 4,9 milioni di esemplari. Di questi 4,6 saranno assemblati dalle numerose joint venture tra russi e costruttori stranieri. Sempre entro il 2020 il parco circolante crescerà a 94,2 milioni di unità. I costruttori prevedono una forte domanda di auto dai Paesi di recente motorizzzazione. Non si conosce, però, quando ciò avverrà e tutti temono capacità produttive in eccesso.
Intanto il numero di veicoli circolanti nel mondo sta aumentando cinque volte più dei ritmi di crescita della popolazione. Il trend si dovrebbe mantenere elevato.

«Ci sono voluti cento anni per mettere su strada 800 milioni di auto, ce ne vorranno meno di 30 per raddoppiare i volumi», ha affermato il presidente di Daimler, Dieter Zetsche. Il parco circolante mondiale crescerà fino a 2,9 miliardi di veicoli entro il 2050, prevede il presidente di Renault, Carlos Ghosn.

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