La Butterfly strega il pubblico (come da copione pucciniano)

Le gigantesche rovine di mattoni che, avvolte nella penombra, sembrano incombere minacciose sull’esile ponticello di legno issato sul palcoscenico di Caracalla, appaiono involontariamente come una metafora del mostro americano che travolge, calpestandole, storia e tradizioni giapponesi. Per venire alla storia: un ufficiale della marina americana, superficiale e ingannatore, contro una giovane fanciulla, appena quindicenne inerte ed offesa, alla quale non resterà che uccidersi. In questo scenario carico di tensione e di fronte ad una platea stracolma, si è materializzata in scena e nel canto la storia di Cio-Cio-San e dell’ufficiale Pinkerton, come la canta Giacomo Puccini in Madama Butterfly. Coloro che vanno dicendo che il melodramma non è popolare come una volta, vengano a Caracalla e si convinceranno del contrario. Domenica il debutto; da stasera le repliche fino al 3 agosto. L’allestimento non è nuovo; è stato presentato e rodato nelle precedenti stagioni alle terme sempre con la firma di Renzo Giacchieri, responsabile in toto dello spettacolo. Dalle passate stagioni eredita, fra gli interpreti, solo la fedele Suzuki, giusta vocalmente e scenicamente nel suo ruolo, con la voce di Renata Lamanda; mentre il ruolo del titolo è sostenuto da Amarilli Nizza e quello dell’ufficiale americano Pinkerton da Walter Borin; Sharpless - il console americano - è Paolo Coni. La direzione musicale è affidata a Fabrizio Maria Carminati che regge con mestiere l’orchestra; e, pur tendente a forzare, disegna una Butterfly di forte impatto drammatico.
Renzo Giacchieri ha fatto montare sul palcoscenico un ponte di legno che sfrutta innanzitutto come passerella per i personaggi, in entrata e uscita; di lato, una semplice casetta. L’iconografia giapponese si esaurisce col grande pannello dello tsunami del pittore Hokusai, che aprendosi alla fine del second’atto, scopre una luminaria floreale che manda in visibilio la platea. Lo spettacolo è immerso in una totale, tragica immobilità; ostenta invece animazione, solo per la ciurma di attendenti dell’ufficiale, in sbronza perenne. Amarilli Nizza (Cio-Cio-San) svetta su tutti per colore e spessore vocale, come hanno sottolineato inequivocabilmente anche gli applausi finali.

Il Pinkerton di Walter Borin non ha convinto del tutto, per ragioni sia vocali (una voce la sua non adattissima al ruolo, esile specie nell’acuto) che espressive. Più convincente il console americano di Paolo Coni.
Una Butterfly che, nella tradizione di Caracalla, s’è meritata una discreta posizione.
Terme di Caracalla. Repliche: stasera, 1,2,3 agosto. Info: 06.481601.

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