Nel conflitto che oggi oppone la nuova coscienza dell'Islam, del suo ruolo di comunità totale che non ammette distinzioni, sono vittime le comunità cristiane dell'area mediorientale. Si può dire che vi sia come una pulsione a rendere quei Paesi immuni dal cristianesimo.
La sorte dei cristiani nei Paesi musulmani fu sempre quella di una comunità soggiogata. Ma l'impero turco riconosceva almeno uno statuto delle comunità cristiane, vessatorio quanto si vuole, ma pur sempre con un riconosciuto diritto di esistenza.
Ora il movimento che si delinea nel mondo islamico nel Mediterraneo orientale è di rendere quelle terre vuote di cristiani, facendo di fatto incompatibile la loro esistenza nel contesto di un Islam che diviene esso stesso Stato.
Così lentamente, dal dramma libanese degli anni Settanta in poi, la pressione si fa sempre più forte, anche al di fuori dello statuto coranico per i cristiani e per gli ebrei.
I cristiani del Mediterraneo orientale sono visti non come cristiani, ma come agenti dell'Occidente. Questo è un fatto interamente nuovo, di cui non si è ancora in pieno presa coscienza. La Turchia è un Paese candidato alla adesione all'Unione Europea, eppure anche qui il sentimento antioccidentale esiste e si manifesta come sentimento anticristiano. Don Andrea Santoro, che è stato ucciso da un giovane manifestante musulmano, mostra come l'identificazione tra cristiano ed occidentale cominci a valere persino in Turchia. Il sacerdote cattolico non avrebbe certamente approvato le vignette blasfeme su Maometto. I cristiani dei Paesi musulmani sanno bene quanto sia pericoloso proferire qualche allusione al fondatore dell'Islam: significa morte immediata.
L'Islam politico si definisce come totalità ed unità di fronte all'Occidente, è un'innovazione che sta avvenendo da alcuni decenni e che quindi tende ad un conflitto di identità per evitare la contaminazione occidentale del mondo islamico. Di questa situazione i cristiani mediorientali sono le vittime.
L'Occidente secolarizzato non li riconosce come suoi perché sono cristiani, l'Islam li definisce come nemici perché potenzialmente occidentali, vista la storia cristiana dell'Occidente. Nemmeno nelle trattative con la Turchia per l'ingresso nella Ue è stato posto il problema della garanzia dei diritti cristiani.
Don Andrea non avrebbe sicuramente approvato le vignette sataniche: eppure esse hanno segnato la sua morte, certamente in odio alla fede. Martire perché ucciso come cristiano o vittima soltanto perché accusato di essere complice della mano di un giornalista danese, certamente secolarizzato? È un singolare problema, ma esso è l'esistenza quotidiana dei cristiani che si trovano nei Paesi musulmani, anche non fondamentalisti come l'Egitto, dove la violenza e l'omicidio contro i cristiani copti sono pratica diffusa. Eppure la sorte dei cristiani nei Paesi musulmani è importante, perché essi sono la vivente testimonianza che può non esistere uno scontro di civiltà.
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