Juve, subito la controprova europea col Dortmund

Tudor: "Non c'è tempo di godersi la vittoria sull'Inter. Conta fare una bella gara"

Juve, subito la controprova europea col Dortmund
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Controprova europea. Stasera, allo Stadium, contro il Borussia Dortmund che ha vinto 12 delle ultime sedici partite disputate considerando anche la coda della scorsa stagione: la Juventus ritrova la Champions così, affrontando una squadra in salute che ha in Guirassy la propria stella capace di segnare 38 gol l'anno passato e già 5 in quello cominciato da poco. «Non possiamo goderci nemmeno un po' la vittoria contro l'Inter le parole di Tudor -. Bisogna recuperare in fretta, due giorni sono pochi e i giocatori devono essere bravi a resettare tutto».

I ritmi del calcio moderno del resto sono questi e valgono per tutti. Restano, della pazza gara contro i nerazzurri, la soddisfazione dei tre punti e la consapevolezza che «non eravamo ai nostri livelli: abbiamo vinto comunque ed è stato un bel segnale. In passato abbiamo fatto molto meglio e in futuro lo faremo di nuovo. L'Inter? Per me è più forte del Napoli». Il che, pur senza dirlo esplicitamente, suona come una (forte) autocandidatura nella lotta per lo scudetto.

Stasera sarà però il tempo di ascoltare la musichetta della Champions, provando a partire con il piede giusto, gustandosi l'atmosfera senza volare troppo con la fantasia: «Non penso mai a dove potremmo arrivare, perché questo non ti porta mai a ragionare sui primi passi. Conta fare subito una bella gara, niente altro: la Champions è bellissima e affascinante, la aspettiamo tutti ma la prepariamo alla pari degli altri impegni. Partite così le vogliono giocare tutti».

Rientrerà Cambiaso e David prenderà probabilmente il posto di Vlahovic al centro dell'attacco, in un match che come spesso capita in Europa sarà più aperto rispetto a quelli del campionato: «Quando allenavo il Verona dissi in

conferenza che preferivo un 4-3 a un 1-0, ma la mia filosofia è che la prima cosa è vincere. Se poi si possono fare più gol, meglio ancora: a me piace attaccare con tanti uomini, ma dipende anche da chi si ha a disposizione».

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