Calcio

"Un leone fino all'ultimo": Mancini ricorda l'amico fraterno Vialli

Mancini ha ricordato il suo ultimo incontro avvenuto con Vialli lo scorso 29 dicembre: "Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo"

"Un leone fino all'ultimo": Mancini ricorda il suo amico fraterno Vialli

La morte di Gianluca Vialli ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo del calcio italiano e non solo. Roberto Mancini, commissario tecnico della nazionale italiana, suo gemello del gol alla Sampdoria e soprattutto grande amico ha voluto ricordarlo con un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. L'abbraccio di Wembley tra il ct azzurro e il capo delegazione della nazionale, l'11 luglio del 2021 una volta raggiunto il tetto d'Europa battendo l'Inghilterra di Gary Southgate, rimarrà per sempre impresso nella memoria degli appassionati dello sport.

Il ricordo del Mancio

Il ct dell'Italia ha salutato per l'ultima volta il suo grande amico Gianluca lo scorso 29 dicembre a Londra, nella clinica nella quale era ricoverato. "Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo. Un leone fino all'ultimo. Abbiamo parlato un po' di tutto, mi ha chiesto perfino com'era andato lo stage di dicembre con i giovani. Anzi, mi ha riempito di domande: voleva sapere tutto, ci teneva a conoscere i progressi del nostro progetto", il racconto di Mancini.

Vialli era un grande amante della vita, del calcio, della sua Genova, della sua Sampdoria, squadra nella quale aveva militato per 12 anni togliendosi diverse soddisfazioni. A fine novembre, a Genova, all'anteprima del docufilm "La bella stagione", Gianluca nonostante non avesse forze era presente. "Era stanchissimo, ma voleva esserci a tutti i costi: la Samp per lui, per noi, era un amore grande come la Nazionale. E da Genova siamo tornati insieme a Milano, l'ho accompagnato io in aeroporto, a Linate. Ma poi il volo per Londra aveva voluto farlo da solo: ancora forte, anche se non poteva esserlo più come una volta", le parole amare del Mancio.

Un legame indissolubile

Mancini e Vialli hanno giocato per 8 anni dal 1984 al 1992 anno in cui poi Gianluca passò alla Juventus. ll Mancio, invece, restò in maglia blucerchiata fino al 1997 (dal 1982). In due, in otto stagioni, realizzarono la bellezza di 312 reti, 171 il tecnico jesino, i restanti 141 centri Vialli. Una coppia del gol favolosa che portò la Sampdoria del presidente Mantovani alla conquista dello scudetto, con il grande Boskov in panchina. Nel 1992, ultimo suo anno in blucerchiato, arriva invece una grande delusione: la sconfitta subita a Wembley contro il Barcellona nella finale della Coppa dei campioni. Vialli si prese in seguito la sua grande rivincita vincendola con la maglia della Juvenus ma soprattutto conquistando il titolo Europeo con l'Italia nel luglio del 2021 sempre in quella Wembley che 29 anni anni prima era stata amarissima.

Le sue parole nel 2018

I funerali di Vialli si svolgeranno in forma privata nei prossimi giorni a Londra. Gianluca, ultimo di cinque figli di una famiglia benestante di Cremona, ai microfoni di Fabio Fazio a "Che Tempo Che Fa", nel 2018, aveva svelato i suoi obiettivi a lungo termine: "La malattia l'ho affrontata come affrontavo le cose quando facevo il calciatore, ovvero mi sono dato subito degli obiettivi a lunga scadenza: uno di questi era di non morire prima dei miei genitori (Gianfranco e Teresa oggi hanno rispettivamente 92 e 87 anni; ndr) e portare le mie figlie all'altare".

Purtroppo Gianluca non ce l'ha fatta a vincere la sua battaglia e a tenere fede a questi "impegni presi" facendoci comprendere ancora di più quanto può essere bella e beffarda la vita.

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