"Impronta con sangue e sudore". Per la difesa di Stasi è di Sempio

L’anticipazione del "Tg1": la traccia 33 "frutto di un contatto palmare intenso, dal peso del corpo in discesa sulle scale"

"Impronta con sangue e sudore". Per la difesa di Stasi è di Sempio
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«L’impronta 33 non è stata generata da una mano completamente imbrattata di sangue, bensì da una mano entrata in contatto con tracce ematiche, successivamente pulite frettolosamente, oppure verosimilmente da sangue diluito con sudore »: e quell’impronta era senza alcun dubbio di Andrea Sempio. Nel caso di Garlasco fa irruzione - anticipata ieri dal Tg1 sul sito - la nuova consulenza che accusa Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi finora attribuito all’allora fidanzato della vittima, Alberto Stasi. Stasi sta scontando la condanna definitiva. La nuova consulenza viene dai suoi periti, e su questo puntano i legali di Sempio per mostrarsi tranquilli, «niente è stato accertato, è una consulenza di parte che ha lo stesso valore della nostra, siamo fiduciosi che la verità su Sempio verrà a galla prima o poi». Ma c’è un dato di fatto: finora tutte le conclusioni cui sono arrivati gli specialisti incaricati dalla difesa di Stasi sono state confermate e condivise dai tecnici della Procura. E sono alla base della convinzione con cui il procuratore Fabio Napoleone e i suoi pm puntano a ribaltare la sentenza che ha condannato l’ex bocconiano.

Il tema dell’impronta 33, lasciata sulla parete delle scale dove venne

trovata senza vita Chiara, è cruciale, quanto e forse più del Dna di Sempio trovato sulle unghie della vittima. Che la mano sia di Sempio lo dicono le quindici «minuzie», ovvero punti di contatto, e lo riconosce - anche se con qualche distinguo - anche la sua difesa. Che però attribuisce l’impronta a un contatto casuale, chissà quando, sulla scala che Sempio aveva spesso modo di percorrere; e soprattutto si fa forza di una analisi del Ris che all’epoca non vi rilevarono tracce di sangue. Ma è proprio su quelle conclusioni del Ris (il cui operato nelle indagini di 18 anni fa è sempre più sotto tiro) si abbattono le conclusioni della nuova consulenza. I test che vennero effettuati allora, il Combur e l’Obti, diedero responsi rispettivamente dubbio e negativo. Ma erano test inadeguati, e falsati dalla calce dell’intonaco e dai reagenti utilizzati per rilevare le impronte. Per sostenere la sua tesi, uno dei consulenti di Stasi si è immolato, facendosi prelevare del sangue, sporcandosi le mani e lasciando impronte su un muro: i vecchi testi dei Ris non hanno rilevato tracce ematiche neanche in quelle. Quindi non sono affidabili.

E le stesse impronte lasciate dal consulente, e confrontate con quelle lasciate diciotto anni fa e fotografate dai Ris, secondo lo scoop del Tg1 danno la risposta che incastra Sempio. Quattro simulazioni, una con la mano pulita, sudata, imbrattata di sangue, o mista di sangue e sudore. A reagire come reagì l’impronta 33 è solo l’ultima simulazione.

Gli avvocati del nuovo indagato: «Tesi di parte Nulla è stato accertato»

SIMULAZIONE L’immagine della ricostruzione dei consulenti dei legali di Alberto Stasi per dimostrare che l’impronta 33 sul muro della cantina di Chiara Poggi «non risulta compatibile con una normale discesa per le scale» per la pressione esercitata da chi l’ha lasciata. «Si tratta di un’impronta sostengono imbrattata di sudore e sangue»

Conclusione: «L’impronta n.

33 è frutto di un contatto palmare intenso, certamente non superficiale/ sfuggevole/strisciato, lasciato mediante apposizione di pressione sul muro esercitata anche con il peso del corpo e non risulta compatibile con una normale discesa per le scale »; e le analisi «consentono di ritenere che tale impronta fosse imbrattata di sudore e materiale ematico, atteso che solo in tale situazione si riscontrano i depositi di materiale organico rinvenuti sull’impronta n. 33». È l’impronta dell’assassino di Chiara.

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