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Milik scaccia la paura, ma che fatica dopo i fischi

I bianconeri contestati a fine primo tempo si sbloccano solo dopo un'ora

Milik scaccia la paura, ma che fatica dopo i fischi

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La Juventus riparte. E lo fa a modo suo: senza entusiasmare, ma portando a casa i tre punti contro il Lecce grazie a un golletto di Milik, mai pervenuto in tutto il primo tempo e invece sveglio sotto porta a deviare un colpo di testa di Rabiot. Prima rete dal 30 aprile scorso per il polacco, buona per mandare in soffitta l'incredibile ko contro il Sassuolo e per tornare a pensare positivo: senza esaltarsi troppo, sia chiaro.

Quattro cambi per Allegri rispetto alla partita precedente, cinque per il Lecce. Che non ha paura, recupera Baschirotto dopo la squalifica e nel primo tempo deve badare soprattutto a limitare Chiesa. Il quale, come già nelle precedenti cinque partite, è il giocatore su cui la Juve punta per fare male alla difesa avversaria: un po' a sinistra e un po' dove gli pare, il numero sette è il bianconero più pericoloso anche contro i giallorossi. E la sua maglietta compare ogni qualvolta i bianconeri provano a spaventare Falcone: il suo sinistro poco prima della mezzora, dopo una buona imbeccata di Danilo, finisce a lato di un soffio ed è quella la migliore occasione creata dai padroni di casa fino all'intervallo.

Il Lecce contiene e si appoggia su Krstovic appena può, prova a stuzzicare la copertura di Cambiaso con qualche guizzo ora di Strefezza e ora di Almqvist ma non è mai davvero pericoloso. Risultato: match abbastanza bloccato, con anche il pubblico di casa che dopo avere sostenuto la squadra per gran parte del primo tempo l'accompagna infine negli spogliatoi con parecchi mugugni e i fischi. Oltre Chiesa, insomma, quasi il nulla a cominciare da un Milik impalpabile per proseguire con un centrocampo senza guizzi nonostante la promozione di Fagioli al posto di Miretti.

Siccome il calcio è comunque uno sport strano, proprio il polacco trova il guizzo a inizio ripresa: con Vlahovic quasi pronto a prenderne il posto, il numero 14 è sveglio a sfruttare una torre di Rabiot e a battere Falcone da mezzo metro, senza che le proteste ospiti (possibile mano di Rugani e, prima ancora, un calcio d'angolo dubbio) sortiscano alcun effetto. I bianconeri prendono fiducia, Chiesa continua a imperversare sulla sinistra e, con la testa sgombra e qualche spazio in più, anche la manovra diventa quasi godibile senza che il Lecce (che chiudee in dieci per il rosso a Kaba) arrivi mai pericolosamente dalle parti di Szczesny. Domenica, a Bergamo contro l'Atalanta, altro esame.

Servirà soprattutto un'altra Juventus, dopo quella inguardabile vista a Reggio Emilia e quella impaurita di ieri allo Stadium.

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