Calcio

Stop a proteste con gli arbitri e perdite di tempo, il pugno duro in Premier funziona

In Inghilterra tolleranza zero: basta capannelli di giocatori intorno ai direttori di gara e richieste di cartellini. Come funziona il sistema introdotto quest'anno e che tanti italiani chiedono di adottare

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Lotta alle proteste reiterate, ai comportamenti antisportivi e alle perdite di tempo: in Premier League arrivano i primi risultati del pugno duro proposto nella massima serie del campionato di calcio inglese dall'inizio della stagione.

Pioggia di gialli

L'obiettivo fin dall'introduzione della novità era quello di colpire con forza il fenomeno dei capannelli di calciatori attorno ai direttori di gara, quella sorta di caccia all'uomo che si scatena ogni qualvolta che una decisione dell'arbitro scontenta i calciatori di quella squadra che da essa viene colpita. Ebbene il numero di casi del genere è calato drasticamente, a dimostrazione del fatto che il deterrente del cartellino giallo facile può funzionare eccome, anche perché le rimostranze nei confronti del direttore di gara non comportano mai un cambio di decisione ma solo inutili perdite di tempo e teatrini decisamente poco edificanti.

Si può affermare, per quanto possa suonare strano, che nelle prime sedici giornate del torneo c'è stato un unico caso di ammonizione per proteste di gruppo, avvenuto ai danni del City nell'ultima giornata di campionato: un risultato, quindi, decisamente incoraggiante.

Nel complesso, invece, la lotta dura alle proteste dei singoli calciatori e agli atteggiamenti antisportivi ha comportato un'impennata dei cartellini gialli per questo genere di situazioni in campo: in Premier League si è passati dalle 24 ammonizioni nelle prime 16 giornate della passata stagione alle 80 attuali. E questo perché l'inasprimento delle sanzioni arriva in svariati casi, ovvero se si chiede un giallo ai danni di un avversario, se si allontana il pallone per rallentare la ripresa del gioco o se si esce dal campo dopo una sostituzione con eccessiva calma. Tutti atteggiamenti particolarmentre invisi a tifosi e spettatori.

"Siamo felici di vedere un vero progresso nei comportamenti in campo e in panchina", dichiara il direttore esecutivo della Premier Richard Masters. "Il calcio professionistico è un esempio per tutti gli altri livelli del gioco ed è incoraggiante vedere quanto questo nuovo approccio abbia avuto un impatto positivo: continueremo a chiedere ai nostri arbitri di applicare questo standard perché riconosciamo quanto sia importante per i giocatori tenere un comportamento esemplare in campo", aggiunge.

Cosa dicono i numeri

I dati registrati nelle prime 16 giornate di Premier non mentono. Si è passati da 5 sanzioni per aver circondato il direttore di gara nella passata stagione a solo una. Zero gialli per proteste di massa contro 3 nel 2022/2023, e solo uno per comportamenti scorretti in panchina contro ben sei dello scorso campionato.

"Un cambio culturale non si attua dalla notte al giorno", considera il capo degli arbitri della Premier Howard Webb, "ma stiamo sicuramente andando nella direzione giusta. I nostri arbitri stanno facendo la loro parte nell’aiutare il calcio ad avere un comportamento migliore e promuovere un’immagine positiva del nostro sport per le generazioni future".

"Ci sono stati significativi miglioramenti in alcuni comportamenti, ma vogliamo portare anche le proteste, col tempo, a diminuire in modo significativo", annuncia, "dobbiamo riuscire a dare un esempio positivo al massimo livello, in modo che le generazioni future lo seguano".

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