Calcioscommesse, Pirani dal pm per oltre 7 ore "Contatti con i giocatori di A: 30 gare truccate"

L'odontoiatra torna davanti ai magistrati di Cremona: aggiunge 12 gare a quelle già sotto i riflettori. Il commercialista di Signori: "Ci dissero della combine su Inter-Lecce". Su Napoli-Parma del 2010 fascicolo a parte: c'era il figlio del boss Lo Russo a bordo campo. La Figc: "Entro venerdì gli atti"

Calcioscommesse, Pirani dal pm per oltre 7 ore 
"Contatti con i giocatori di A: 30 gare truccate"

Cremona - Il giorno della verità. Torna davanti ai magistrati di Cremona l'odontoiatra marchigiano Marco Pirani. Il 55enne di Sirolo è stato arrestato il 1 giugno scorso. Il procuratore capo Roberto Di Martino ha deciso di ascoltare Pirani per individuare calciatori, dirigenti e società di Serie A e B e Lega Pro. Il dentista ha parlato di "una trentina di partite truccate". Diciotto di queste erano già note nell’inchiesta, le altre no. Tra le novità una vecchia partita di serie A e due di B. Le informazioni sul risultato di questi match era generalmente affidabile e Pirani le avrebbe ottenute da Massimo Erodiani, in contatto, a quanto riferisce l'odontoiatra, con giocatori anche di serie A.

Il primo interrogatorio Pirani non si era limitato a parlare in merito ai fatti che gli venivano contestati ma aveva fatto anche il nome di almeno cinque squadre di Serie A, Roma, Fiorentina, Genoa Lecce e Cagliari, e citato come "truccati" gli incontri dell’ultimo campionato Fiorentina-Roma del 20 marzo finita 2 a 2, Lecce-Cagliari del 17 aprile terminata 3 a 3 e Genoa-Lecce del 23 aprile conclusasi 4 a 2.

Il commercialista di Signori "Erano arrivate delle voci su una combine Inter-Lecce che poi non si sono rivelate vere". Il commercialista di Beppe Signori conferma davanti al gip Salvini l’impianto accusatorio dell’inchiesta sul calcioscommesse, anche se, sottolinea lui stesso al termine dell’interrogatorio, "non c’era nessuna centrale di scommesse nel nostro studio". Il commercialista, che è agli arresti domiciliari, si è fermato a parlare con i giornalisti al termine dell’interrogatorio. In tre ore Bruni ha spiegato la sua versione al gip "confermando l’impianto accusatorio - ha detto il suo legale, Bruzzese - e fornendo particolari per chiarire la nostra posizione". "Non ho mai avuto rapporti con il calcio giocato - ha sottolineato Bruni - ci sono state date della dritte sbagliate su Inter-Lecce e noi abbiamo giocato. Ma non c’era nessun illecito su quella partita tanto è che abbiamo perso". Al gip Bruni avrebbe fatto il nome di Massimo Erodiani e Antonio Bellavista come i due che avrebbero fornito "la dritta" sulla partita, poi rivelatasi sbagliata. In merito alle altre due partite che vengono contestate al commercialista, Atalanta-Piacenza e Benevento-Pisa (combinate secondo l’accusa), Bruni ha detto che su quegli incontri "noi non abbiamo giocato". Quanto a Beppe Signori, "è un mio amico e sono il suo commercialista - ha aggiunto -, ma non abbiamo fatto scommesse insieme. Quello che voi chiamate clan dei bolognesi - ha concluso - ha giocato una sola partita e ha perso".

Il fascicolo su Napoli-Parma Un nuovo fascicolo sull’incontro di calcio Napoli-Parma dell’aprile 2010 potrebbe essere aperto dalla procura di Napoli sulla base di elementi investigativi raccolti negli ultimi giorni, e in particolare sulla fotografia in cui Antonio Lo Russo, esponente dell’omonimo clan camorristico del quartiere Miano, compare a bordo campo durante la gara. E' verosimile che la procura disponga accertamenti sull’immagine, scattata dal fotografo dell’Ansa Ciro Fusco: la delega ai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Il precedente fascicolo, aperto dal pm Luigi Alberto Cannavale sulla base delle dichiarazioni del boss pentito Salvatore Lo Russo, zio di Antonio, era stato invece inviato nel luglio dello scorso anno alla procura della Federcalcio, perché non erano emersi elementi sufficienti a sostenere accuse penali.

Gli atti in Figc "Mandateci gli atti per consentirci di accelerare sul versante sportivo dell’inchiesta". Questo il senso di una telefonata che il capo della procura della Figc, Stefano Palazzi, ha fatto di nuovo (dopo quella seguente allo scoppio dello scandalo) poco fa al pubblico ministero di Cremona, Roberto Di Martino.

La risposta del magistrato è stata collaborativa: ha infatti preannunciato l’arrivo delle prime carte entro fine settimana. È escluso quindi, si fa presente in ambienti federali, l’arrivo di parte della documentazione per oggi, come invece era dato per quasi certo.

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