Gian Marco Chiocci
Massimo Malpica
Partite di calcio manipolate, a volte anche più di una contemporaneamente. Scommesse che assicuravano anche centinaia di migliaia di euro a partita. Regolamenti di conti. Minacce di morte. Il nuovo scandalo del calcio, che vede coinvolti nomi celebri come quelli di Beppe Signori, Stefano Bettarini e Cristiano Doni, riguarderebbe i campionati di serie B e Lega Pro. Ma forse anche alcune partite di serie A. Calciatori ed ex giocatori, proprietari di agenzie di scommesse, liberi professionisti: ci sono loro al centro dell’indagine, anzi di quella che l’accusa ha definito una «organizzazione criminale», perché secondo gli inquirenti l’organigramma era ben definito, con compiti precisi per ciascuno, e si parla addirittura di un «tariffario» per chi voleva «comprarsi» una partita. Leggendo le 610 pagine dell’ordinanza d’arresto i risultati di alcune partite sarebbero stati effettivamente condizionati. Un gigantesco giro di denaro sarebbe alla base delle partite truccate. Ecco le carte della nuova inchiesta che ha travolto il calcio italiano. Da brivido.
IL RISCHIO D’IMPRESA Calcio marcio, tradito, sputtanato. Calcio scommesse, ultimo atto. Leggere l’ordinanza d’arresto della procura di Cremona è un cazzotto allo stomaco. Si parla di una collaudata associazione per delinquere con nomi del calibro di Beppe Signori, bomber laziale prima e rossoblu poi, che gestiva milioni di euro e scommetteva fino in Cina. Una banda bassotti del pallone che agiva indisuturbata da anni: «I suoi giocatori scommettono sulle stesse partite che truccano, anche su partite che credono di aver manipolato abbastanza perché il risultato sia certo, ma che si risolvono talvolta in ingenti perdite di denaro - attaca il gip -Conta quasi mai su risultati certi al 100%, ma su risultati probabili, perché è evidente che, se non vi è un accordo direttamente tra le società, o comunque a conoscenza di tutti i giocatori, non esiste certezza ». E ancora: «Un palo, una traversa, un rigore imprevisto, possono influire sul risultato programmato. Ciò comunque rientra in una sorta di rischio di impresa, nel senso che gli associati mettono già in programma che alcune partite potrebbero non andare in porto, ma quello che conta, è che la maggior parte dei risultati auspicati, oggetto delle scommesse, vengano raggiunti. Manipolate fino a 5 partite per volte. ».
TARIFFARIO TOP SECRET Dalle telefonate emerge l’esistenza di una sorta di tariffario di massima per la compera delle partite. «I prezzi sono alti», la «serie B in giro la pagano 120mila la C la pagano 60». Sulla serie A è troppo difficile scommettere. Ma non si punta solo sui siti italiani ma anche nei mercati asiatici e in Albania. Il giro di scommesse arriva fino a 22 milioni di euro a botta. I sodali puntano dai mille ai 20mila euro a partita. Un circolo vizioso. Si vince tanto, si perde pochissimo.
IL SONNIFERO NELLA MINERALE L’inchiesta prende il là dalla partita Cremonese-Paganese, 14 novembre 2010, dove i giocatori lombardi vengono «avvelenati » dagli stessi compagni di squadra, venduti al malaffare. Prima del match, osserva la Squadra Mobile, alcuni calciatori «avvertono sintomi di malessere con contestuale diminuzione delle attività motorie ed inspiegabili amnesie ». Il giocatore Gervasoni, ad esempio, «mentre rientrava a casa dopo aver disputato la partita, era rimasto vittima di un sinistro stradale senza essere in grado di descrivere, nelle fasi a seguire, quale fosse stata la dinamica dell’evento».In serata, invece, il calciatore Zanchetta e il collaboratore Rivetti erano finiti al pronto soccorso per la persistenza di sintomi di malessere ed incessanti amnesie ».L’esito degli esami era impietoso: «tracce nelle urine dei giocatori Zerzouri, Tacchinardi Mario, Musetti, Gervasotti del farmaco Lomerzan, Benzodiazepine, calmanti, facente parte di una classe di sostanze psico attive introdotte per la cura degli stati d’ansia e dei disturbi del sonno». Avvelenati per alterare il risultato.
BEPPE «L’INNOMINABILE» E’ il dominus dell’organizzazione. A lui fanno riferimento i componenti dell’organizzazione dei «bolognesi», di cui Signori è capo incontrastato. Hanno contatti con i gestori del giro di scommesse, così come gli «zingari» (con gli ex calciatori Bressan e Almir Gegic), i «milanesi», gli «albanesi» e il «gruppo di Bari». Il nome di Signori, annotano gli inquirenti, «non deve essere pronunciato, o deve essere pronunciato con cautela» dai funzionari della holding di scommesse clandestine. «Si preferisce parlare di “Beppe nazionale”, o di colui che “ha segnato 200 goal in serieA“». Figura in numerose intercettazioni su partite truccate, direttamente o indirettamente. Viene fotografato dalla polizia al summit di via Ugo Bassi a Bologna. A Signori tutti fanno riferimento per ragguagliare lo stato dell’arte: sulla tranquillità delle scommesse, sul perché delle perdite. Partecipò personalmente alla puntata da 150mila euro su InterLecce.
BETTARINI,«BELLO» D’AZZARDO L’ex giocatore Stefano Bettarini, già marito di Simona Ventura, spunta spesso nelle intercettazioni. Si parte con l’interessamento per l’incontro Atalanta- Piacenza dove gli scommettitori Erodiani e Parlato fanno riferimento al «bello», alias Bettarini, «intenzionato a effettuare anche lui una giocata sulla partita (...). La conferma del coinvolgimento di Bettarini nella pianificazione e nel successivo guadagno illecito derivato dalle scommesse sulla partita» si ricavava da un sms dello scommettitore Bellavista: «Fai 1852 al Bello (Bettarini), 1 Atalanta i soldi li ha Angelo lui è in attivo ».Il nome dell’ex giocatore di Fiorentina e Sampdoria lo ritroviamo pure nelle indagini sulla combine mancata di Inter-Lecce dover Bellavista offre a Bettarini «di giocare un ”Over” (più di due, tre, quattro gol) per il giorno dopo, facendo chiaramente intendere che il risultato era sicuro come quello da loro giocato in precedenza su un altro incontro di calcio». Bettarini commentava al riguardo: «È importante lavorare bene, non come oggi». Il riferimento era ad Atalanta–Piacenza «dove con la scusa di prendere denaro da più parti erano state fatte crollare le quote». Bettarini parla in codice: «L’acqua...l' acqua vera....acqua vera rocchetta e l'uccellino». Bellavista: «no perchè questa era al trentacinquesimo ed è 'O'». Bet: «Pure io giocavo a tennis al 35esimo...al 42esimo c'è stata un'entrata a girocollo» Bell : «Dove sei...ma quando è che passi?». Parlano di donne, della valletta Melissa Toniolo e poi. Bell : «Per domani se ti dò una chicca?». Bett: «Noooo!!!! ». Bell : «Ci sto a lavorare... vediamo un over». Bett: «E allora spero che la chicca me la dai pure a me». Bell : «ti piace un over?». Bett: «Siii!». Bell: «Mi devono dire come quello dell’altra volta». Bett: «Dai...». Bell: «Sì, e stavolta mi butto testa e piedi (...). L’altra volta ti ho detto una cazzata?». Bett: «No no no». Come se non bastasse di Bettarini si parla anche per Padova- Atalanta a causa di unsms del 25 marzo a Bellavista nel quale chiede il risultato finale dell’incontro: «Quanto è Padova Atalanta X ?».
INTER-LECCE, IL GRANDE BLUFF L’onnipresente portiere della Cremonese e poi del Benevento, Marco Paoloni, si fa garante di un risultato certo che certo non risulterà manco per niente. Millanta, l’estremo campano. Racconta ai sodali che grazie alle sue conoscenze fra i giocatori leccesi è in grado di combinare anche Inter-Lecce. Ne fa parola con l’amico Massimo Erodiani. Le organizzazioni del gioco clandestino si mettono in moto ma col trascorrere dei minuti si capisce che la goleada assicurata dal portiere (almeno 4-0 per i nerazzurri) non ci sarà. Come visto Bellavista aveva assicurato Bettarini sull’over dal giocare. Le puntate sfiorano i 300mila euro. Ma è tutto un bluff. La partita finisce 1-0 per l’Inter. Il gruppo degli «zingari» e dei «bolognesi» minaccia sfraceli. L’occasione per rifarsi è Benevento- Pisa, Beppe Signori e i suoi compari hanno perso tanti soldi. Paoloni promette che vincerà il Pisa, ma anche stavolta l’over non va in porto. Invece di tre gol di scarto, l’incontro termina 1-0 per i campani. Le telefonate che seguono sono terrificanti, il portiere rischia la morte
«UCCIDIAMO IL PORTIERE» L’organizzazione non tollera più l’ennesima uscita a vuoto del portiere Paoloni. Scatenano una caccia all’uomo per regolare i conti una volta per tutti. Un sms da brivido. «Penso che hai ragione: questo è da ammazzare». La partita sta finendo male, c’è nervosismo. Erodiani: «É incomprensibile, se ha fatto una cosa del genere deve morire... perchè mette a repentaglio a me ... di riflesso ha te eh... tutti i terzi che hanno fatto.... ». Bellavista: «A parte che io cioè neanche lo conoscevo mi ha messo mi ha bruciato un canale ... m'ha bruciato i soldi» E: «no no ma questo mo ce..... ce... li.. deve ridare tutti fino alla fine non me ne frega un cazzo pignorerà pure l'anima santa .. ma questo deve ridare tutto me ne frega un cazzo (...). Poi lo andiamo a prendere...». Una telefonata successiva tra Bellavista e tal Bruni inquieta ancora di più. Bellavista : «Questo non è da.. da sparargli proprio d'ammazzarlo di botte...». Bruni : «eh... ammazzarlo si... ammazzatelovoi portatecelo qui che l'ammazziamo ». Il portiere teme per la propria vita. Si inventerà di non aver mantenuto le promesse perché sotto intercettazione dall’ufficio indagini.
PUNTATA DA 22 MILIONI La polizia di Cremona non crede alle sue orecchie intercettando gli artecifici della combine Padova-Atalanata. «Dall’ascolto delle numerose telefonate - si legge a pagina 502 emergeva che il risultato finale era stato probabilmente concordato tra le due società e che la prova dell’effettiva “combine” si ricavava allorquando una delle persone intercettate comunicava che sulla partita, nella giornata di Giovedì 24.03.2011 erano già stati giocati sui vari siti asiatici 23.000.000,00». Per tre partite di serie A sul piatto ci finiscono 400mila euro.
DONI E LA STRETTA DI MANO Cristiano, capitano dell’Atalanta, secondo gli investigatori «è coinvolto pesantemente da chi parla a telefono, ma mancano telefonate in cui sia lui in persona a svolgere conversazioni illecite ». In occasione del match taroccato Ascoli-Atalanta di Doni si discute allorché lo scommettitore Buffone, direttore sportivo del Ravenna, chiedeva al dentista-regista Pirani «se fosse stato conveniente che, prima della partita, il capitano dell’Atalanta Doni andasse da Micolucci Vittorio (giocatore dell’Ascoli) e, stringendogli la mano, gli avesse riferito una frase convenzionale precedentemente concordata al fine di appianare la situazione e ricevere contestuale conferma della pianificazione del risultato ». Il nome di Doni spunta qua e là per altre partite sospette.
«E CHE MI FACEVO GOL?» Vittorio Micolucci, giocatore dell’Ascoli al centro di numerose partite chiacchierate, al telefono spiega d’aver fatto di tutto per perdere da solo col Livorno, osservando che non poteva certo portare la palla nella porta della sua squadra per far vincere gli scommettitori. La conferma c’è nelle parole di Pirani: «Micolucci mi ha detto al telefono, “ma se non vengono dentro l’area come cazzo fai a dargli una mano“. Ha ragione, e che faceva la buttava dentro lui con le sue mani? ».
SAN SIRO E VECCHIE GLORIE E siamo solo all’inizio.Spuntano indirettamente altri nomi eccellenti, come «Nanu» Galderisi (ex Verona e Juve), il bomber Sergio Pellisier del Chievo, Daniele Corvia del Lecce, Michele Cossato del Chievo, Salvatore Mastronunzio del Siena.
E quando al Chievo un’intercettazione di marzo butta un’ombra sula partita contro l’Inter a San Siro dello scorso campionato fina 4-3: «L’hanno scoro ho fatto il Chievo a Milano... over tre e mezzo. Si sono presentati là, vi facciamo vincere la partita, fateci fare un gol». Scommessa azzeccata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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