da Roma
«C’è una soluzione, una stradina...».
Ministro Calderoli, si riferisce alle intercettazioni, alla giustizia? Quale stradina?
«C’è una soluzione, ne ho parlato con Letta e Berlusconi. Sembra percorribile, ma vogliamo verificare la percorribilità di tutti i canali. Vogliamo fare le cose in maniera trasparente, non dico con il consenso dell’opposizione, perché purtroppo Veltroni sta cambiando atteggiamento. Comunque con una non contrarietà».
Può dire qualcosa di più? Avete consultato il Quirinale?
«Non dico niente! Sarà comunque una cosa alla luce del sole, che verrà annunciata, senza segreti. La scorsa legislatura ho dimostrato che qualche stradina in più rispetto ad altri la conosco...».
Trucchetto d’aula?
«Non un trucco, un escamotage trasparente».
Le intercettazioni sul premier della procura di Napoli stanno creando crepe nel governo?
«Questo fatto delle intercettazioni non lo vedo come un problema del Paese. Così come non vedo come qualcuno possa parlare di attentato alla democrazia perché si vuole porre rimedio a un uso indiscriminato delle intercettazioni. Dico: risolviamo questo problema subito, togliamocelo dalle scatole prima di agosto. E torniamo a governare, che la gente ne ha bisogno».
Com’era l’atmosfera al Consiglio dei ministri?
«Normalissima, tranquillissima. Con la consapevolezza che stiamo facendo tanto. Quel che ha fatto questo governo in questi primi due mesi ha dell'incredibile, è più di quanto fatto da altri governi in legislature intere, dalla sicurezza, all’immigrazione, all’Ici, con una semplificazione vera della vita, e stiamo andando avanti sul versante delle riforme che ci attendono presto, come il federalismo fiscale. Stiamo parlando di giorni, non di anni».
Bilancio positivo? Il «problema» della giustizia non lo altera?
«Noi stiamo lavorando, ma ti accorgi mentre lavori che qualcuno sta parlando di altro, come se l’unica loro attività che cercano di vendere sono i problemi del settore della giustizia. Sono cose importanti, ma è forse più importante far mangiare il figlio alla fine del mese. Non so quanto alla gente interessino questi problemi di giustizia. Interessano alla stampa».
Loro, l’opposizione. Crede ancora nel dialogo?
«Io cerco sempre il dialogo, non l’ho mai interrotto, per fare quelle riforme costituzionali che sono dichiarate come assolutamente necessarie e condivise da una parte e dall’altra. Se non le facciamo, tutta questa classe politica viene mandata al macero».
C’è la consapevolezza di questo nell’opposizione?
«Io cerco di sensibilizzarli su questo discorso. Per fortuna anche dalla loro parte ci sono persone con la testa».
Ma il loro messaggio alla gente ora è di delegittimazione del governo.
«Da un leader del partito di opposizione ti saresti aspettato che non si sarebbe fatto tirare la giacchetta da Di Pietro. Un leader vero non deve inseguire il consenso e basta. Le cose che tirano fuori sono cose antiche che ogni tanto rispuntano. Se volevano farlo prima dovevano farlo prima, lo facciano in futuro, ma ora fateci governare, punto. A me interessa che un decreto legge sulla sicurezza a favore finalmente di Abele e non di Caino venga approvato, mi interessa che passi la Finanziaria prima dell’estate, far riprendere il Paese e far star meglio la gente».
Comunicate poco quello che fate?
«Sento gente che è ancora in dubbio se pagare l’Ici o meno. Certo è che se lavori tanto, fai fatica a fare anche il comunicatore».
Sui rifiuti è giusto che il Nord aiuti il Sud?
«Sono contrario, ma Berlusconi vuole ripulire Napoli entro dieci giorni. Sono contrario ma non faccio le barricate».
Appoggia il collega Maroni sull’idea delle impronte nei campi rom anche ai bambini?
«Le dovranno prendere a tutti quando ci sarà una vera carta d’identità digitale.
Insomma, le è piaciuto tutto di questi due mesi al governo?
«Sono perplesso che un clima con l’opposizione su cui si stava lavorando si sia alterato».
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