«Cambiamo la legge, delinquenti a casa loro»

Ore 18.30 di ieri, sul telefonino del sindaco di Verona Flavio Tosi appare un sms del comandante dei vigili: «Abbiamo un rom in cella. Si è scazzottato alla mensa di Prato santo e non ha documenti. È appena uscito di galera. Il pm vuole sapere chi è e cosa ha fatto. Ha già un provvedimento di allontanamento del prefetto».
Sindaco Tosi, farà come Sarkozy?
«Un anno fa avevo segnalato al Viminale la stessa questione che oggi agita la Francia. La direttiva europea offre poche possibilità contro gli immigrati comunitari che delinquono».
Quindi è un problema europeo, non dei singoli Paesi.
«La direttiva difende il principio della libera circolazione delle persone a prescindere, disincentivando l'allontanamento dei comunitari anche se commettono reati. Ogni Paese doveva recepire la normativa: in Italia Prodi l'ha applicata alla lettera, mentre in Francia si sono riservati margini di azione più ampi e oggi possono espellere i criminali».
Quel rom in cella a Verona è la fotografia del problema.
«C'è gente che delinque, non rispetta l'ordine di allontanamento, compie altri reati, resta un altro po' in cella e poi ce la ritroviamo tra i piedi come prima».
Che cosa si può fare?
«L'unica strada è quella impostata dal ministro Maroni: bisogna modificare la direttiva Ue. È giusto tutelare le libertà individuali, ma i delinquenti di qualunque nazionalità devono essere allontanati. Tornino da dove provengono. Gli ospiti devono comportarsi in maniera corretta».
Come presero gli immigrati romeni la sua lettera al ministero dell'Interno?
«Il rappresentante dei romeni ortodossi a Verona, padre Codrea, disse che l'espulsione dei criminali è giusta. Noi abbiamo la più numerosa comunità romena del Nord e una delle maggiori in Italia. E sono i primi a dire: allontanate i nostri che non si comportano bene».
Quanti sono i delinquenti?
«Qualche decina di rom, esigue minoranze che sanno di restare impunite, a fronte di oltre ottomila romeni residenti, regolari, con lavoro, casa, figli a scuola, cittadini come gli altri. Il provvedimento di allontanamento ha un valore poco più che dimostrativo, tant'è vero che Sarkozy li carica sugli aerei e li rimpatria».
Non si limita a consegnare il foglio di via.
«Ha ragione Maroni: dev'essere un'espulsione vera e propria. Invitare uno ad andarsene sapendo che può rientrare è aria fritta».
Tutta l'Unione europea si trova nelle stesse condizioni?
«No. Nel 2007, con l'ultimo allargamento a Est, fu concessa la possibilità di chiedere una moratoria per sette anni».
Cioè norme più restrittive con gli ultimi arrivati.


«Nessuna limitazione alla circolazione delle merci ma controlli severi sulle persone. Molti governi, tra cui Francia, Germania e Gran Bretagna, ne approfittarono; Prodi no. E il primo ministro romeno disse che metà dei suoi criminali erano scappati in Italia».

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