Michela Vittoria Brambilla, parlamentare e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, che ne pensa di questo pasticcio normativo: prima il legislatore punisce chi maltratta gli animali e poi permette di metterli all'asta?
«Bisogna rimediare subito inserendo nel codice civile l'articolo 2911 bis in cui si stabilisce l'impignorabilità degli animali domestici».
Sembra facile
«Ma è tutto pronto. La mia proposta è già stata depositata in Commissione giustizia della Camera. Per esaminarla ci si mette un istante. Per questo chiedo a tutte forze politiche di sostenerne un rapido esame: chi non può condividere questo principio?».
Fino ad ora nessuno se n'è mai occupato.
«E ora è tempo di cambiare. Vietare il pignoramento degli animali darebbe un segnale importante sul piano dei principi e risparmierebbe molte sofferenze: agli animali stessi, che non si possono gestire come cose, mettere all'asta, affidare a chiunque; alle persone, che considerano i propri piccoli amici come membri della famiglia e non sarebbero costretti ad una dolorosa separazione. La distinzione tra "persone" e "cose" non rispetta la loro natura di esseri viventi e sensibili ed appare ormai logora, superata. Bisogna creare per gli animali un nuovo statuto giuridico».
Ma lei avverte preoccupazione tra la gente?
«C'è paura e a volte panico. In tempo di crisi molti sono in difficoltà e qualcuno si sta domandando dove potrebbe finire il proprio Fido».
Glielo hanno chiesto personalmente?
«Sono piena di mail di persone preoccupate. La signora Sara ha 7 gatti e un debito molto forte da restituire. E mi ha scritto: non è che me li portano via? Un'altra signora che ha due cavalli mi ha fatto la stessa domanda. E qualcuno mi ha chiesto: ma a chi devo intestare i miei cani per stare tranquillo? Insomma, la gente si preoccupa».
Ma questa disposizione non è incostituzionale?
«Purtroppo la Costituzione non è stata ancora adeguata alle mutate sensibilità sociali.
Il trattato di Lisbona sul funzionamento della Ue, definendo gli animali "esseri senzienti", ha preso atto che nel rapporto tra uomini e animali qualcosa è cambiato. L'Italia invece ancora non applica questo principio, semplice e rivoluzionario».
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