Il 2013 é iniziato malissimo per il mondo dell'auto nel nostro Paese. Dai primi dati degli ordini acquisiti dai concessionari si proietta un mercato per il 2013 incredibilmente inferiore a quello dello scorso anno. Moltissimi posti di lavoro sono andati perduti finora, ma altri ancora spariranno a partire da questi giorni. Numerose case costruttrici hanno realizzato pesanti perdite lo scorso anno nel nostro Paese, e stanno riducendo drasticamente il personale, gli investimenti in comunicazione e quant'altro.
L'attenzione che l'esecutivo dei tecnici dedica al mondo dell'auto é totalmente nulla. È sicuramente giusto assicurarsi che la Fiat continui a investire in centri produttivi in Italia, ma non basta. Centinaia di migliaia di addetti ed enormi investimenti in strutture e in capitale circolante si dispiegano nel mondo della distribuzione, inteso in senso lato. Compresi, quindi, ricambi, assicurazioni, finanziamenti, accessori e cosí via. Tutta questa massa di attivitá produttive ha visto dimezzarsi in pochissimo tempo il fatturato, ma più che dimezzare i margini.
Mi chiedo come sia possibile che tutto ció sia ignorato in questa campagna elettorale e non si affronti il tema indicando i provvedimenti che si intende prendere, una volta al governo del Paese.
La sinistra spaventa, sostanzialmente i più onesti, cioé quelli che producono, acquistano e dichiarano ogni reddito e proprietà in Italia, con lo spauracchio di una patrimoniale, come se non bastasse l'Imu, mentre il governo uscente non si cura né mai si é curato dei problemi del settore dell'auto.
Ho letto che, al contrario, il gettito delle accise sui carburanti lo scorso anno, malgrado gli aumenti, é diminuito. Un risultato che spiega, in sé, come la politica economica e di estremo rigore del governo Monti sia errata. Lo stesso, ovviamente, per l'Iva sulle immatricolazioni. In definitiva, un massacro su tutta la linea.
Risulta incomprensibile come analisti di statura internazionale che operano nel governo non facciano almeno un tentativo per ridare fiducia a questo comparto dell'auto.
Sorge il fondato sospetto che non abbiano le idee chiara per mancanza di competenze specifiche. Il mondo dell'auto, a parte la Fiat, che fa corsa a sé, non ha voce in capitolo con l'esecutivo. Nessuna delle associazioni che istituzionalmente lo dovrebbero rappresentare - Anfia, Unrae e Aniasa - ha per il momento inciso.
La loro indignazione a proposito del totale disinteresse dell'esecutivo per gli imprenditori e le maestranze del mondo dell'auto, immagino sia ai massimi livelli, ma non ha trovato modo di attuare tecniche di contrasto efficaci e che, soprattutto, abbiano una cassa di risonanza sui principali mezzi comunicazione. Visto il drammatico inizio d'anno, non credo ci sia più tempo da perdere.
*Presidente di Areté Methodos
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