Massimo Malpica
Standard & Poors conferma il rating «AA-» per il Campidoglio ma anche loutlook negativo, mettendo in guardia lamministrazione dal rischio di un declassamento tra due anni. Per Veltroni, comunque, il dato è «il segno che la politica del risanamento finanziario a Roma sta dando risultati positivi». Anche lassessore al Bilancio Marco Causi è soddisfatto, spingendosi a definire la conferma del rating «di straordinaria importanza». Ma luomo dei conti del Campidoglio entra anche nel merito delle criticità individuate dallagenzia di rating. Sparando, come di consueto, sul governo centrale e sui tagli nei trasferimenti agli enti locali della Finanziaria. Ma anche rispondendo agli analisti di S&P che puntano il dito contro limpennata delle spese discrezionali e di quelle sostenute per finanziare i debiti fuori bilancio. Così Causi prende per buono il termine di due anni indicato da Standard & Poors per evitare il declassamento e addrizzare il rapporto sfavorevole tra debito e entrate, e accanto alle solite accuse a Palazzo Chigi, snocciola una ricetta per evitare la «retrocessione»: «Il bilancio di previsione per il 2006 - sostiene - contiene una riduzione delle spese correnti e vincola lo stock del debito a non crescere al di sopra del valore nominale raggiunto alla fine dellanno. Dai primi mesi del 2006, poi, ci poniamo lobiettivo di mettere in campo nuovi programmi per abbattere lo stock del debito, il finanziamento dei nuovi investimenti con risorse diverse dal debito e la manutenzione delle basi imponibili». Insomma, per lassessore i settecento giorni indicati da S&P «sono sufficienti per ottenere i risultati indicati».
Ma l«esultanza» con cui la giunta capitolina saluta la conferma del rating è «fuori luogo» secondo Gianni Alemanno, ministro delle Politiche agricole e prossimo sfidante di Veltroni nella corsa al Campidoglio. Lesponente di An ricorda che «dal rating della Repubblica Italiana dipende anche quello del comune di Roma», e poi sottolinea come «proprio dal rapporto dellagenzia emergono dati preoccupanti sullandamento prospettico della situazione finanziaria della capitale». Insomma, «la circostanza che il bilancio di previsione del Campidoglio per il 2006 contenga una sensibile riduzione delle spese correnti - argomenta Alemanno - non sembra ritenuto credibile dalla S&P, che richiama lamministrazione capitolina a intraprendere ulteriori azioni nei prossimi due anni». E il ministro di An nutre dubbi anche sulle misure annunciate da Causi per il biennio, un periodo nel quale secondo Alemanno «operazioni di maquillage finanziario miranti a mascherare in parte lo sbilancio corrente caricheranno maggiori interessi da pagare sugli esercizi futuri». Critico anche il giudizio di Forza Italia.
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