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Cannavaro: «Il Napoli punta sui giovani? Allora sono pronto...»

«L’età avanza, ma non vedo in giro tanta gente più forte di me. A Madrid sto bene, ma mi piacerebbe chiudere nella mia città. Buffon? Mi spiace che salti la Bulgaria, anche se poi non ci sarà col Real...»

nostro inviato a Firenze

Fabio Cannavaro,in questo raduno il gruppo del Mondiale è ridotto a sole otto unità.
«Gli anni passano, i giocatori cambiano. Dispiace sempre quando a Coverciano ci sono meno campioni di Berlino, per te che sei qui è come perdere un pezzo. Ma fortunatamente i giovani che arrivano sono eccezionali, fanno parte di gruppi collaudati. Da questo punto di vista sono tranquillo».
Il problema è che mancano ricambi in difesa...
«Sì, purtroppo è vero. Da anni si dice che l’Italia non ha più difensori eccezionali: la mia generazione e quella precedente ne hanno offerti di grandissimi. Poi si è lavorato poco sui ragazzi. Ne ho parlato anche con Lippi, si è fatto un lavoro lontano dalle nostre tradizioni, tanta zona e poca marcatura a uomo. Oggi si preferisce giocare a viso aperto, una volta i difensori erano bravi ad attaccarsi all’uomo e a non mollarlo mai. I risultati sono sotto gli occhi di tutti».
Lei compirà 35 anni lunedì prossimo, Lippi dice che la carta d’identità è impietosa...
«Io voglio giocare ancora a lungo, a smettere non penso. E poi di nuovi Cannavaro in giro ce ne sono pochi. Davanti a me ho ancora tanti anni e da questa stagione, per la prima volta, mi gestisco. Come? Non gioco tutte le partite, una volta il tecnico del Real mi ha anche detto “lascia perdere l’allenamento e stai a casa con la famiglia”. Non è l'anticamera della pensione, ma un modo per allungare la carriera. In questa stagione su sette partite ne ho giocate solo cinque. E disputarne 40 fatte bene invece di 60 è meglio, se si riescono a superare i propri egoismi. E finché mi chiamano in nazionale, sto benissimo così».
Tra i nuovi arrivati in azzurro c’è Santacroce.
«Ha grandi caratteristiche e qualità, è un difensore vecchio stampo. Ma ha ancora tanta strada da fare, deve acquisire esperienza e deve dimostrare giorno dopo giorno di meritare la promozione tra i grandi. Il difficile per questi ragazzi viene ora. Dobbiamo essere noi “anziani”, qui in nazionale, a far squadra con loro. Vedo tanti ragazzi di livello in campionato, poi in Champions hanno difficoltà».
Tranne Giuseppe Rossi, che Lippi giudica già molto maturo.
«Sì, l’ho incontrato con il Real nel campionato spagnolo, è forte fisicamente e maturo per il calcio internazionale».
A proposito, tra due settimane c’è Juve-Real. E se le chiedessero di saltarla per il turn-over personale di cui parlava prima?
«Mi darebbe fastidio. Ma se mi dicessero anche di non giocare con la Juve e fossi invece in campo con Atletico Madrid e Barcellona, allora andrebbe bene lo stesso».
Ci pensa già al confronto con i bianconeri?
«No, adesso c’è la nazionale e due partite difficili. Con la Bulgaria dovremo giocare una partita di squadra per conquistare i tre punti».
Cosa pensa della crisi Juve?
«Conosco l’ambiente bianconero, queste sono le situazioni in cui tirano fuori qualcosa in più. Per una grande squadra un pari è un problema, una sconfitta addirittura un disastro. La Juve ci aveva abituato bene, mai visti tre pareggi e una sconfitta di seguito. Ma ne può uscire tranquillamente e lo farà. Guai per noi del Real sottovalutare la Juve che pure vive un momento particolare».
Dica la verità, è più dispiaciuto che Buffon salti la nazionale o contento che non giocherà la doppia sfida di Champions?
«Gigi è un amico, non posso essere contento quando uno come lui sta fuori. E siccome in questo momento penso solo alla nazionale, è chiaro che sono più dispiaciuto perché mancherà in Bulgaria».
Ultima domanda, ci pensa a tornare in Italia?
«A Madrid sto bene, anche se ho il contratto in scadenza e non ho ancora parlato con il Real.

Ma non ho fretta, certo dopo 15 anni mi piacerebbe tornare a Napoli da dove sono andato via giovanissimo. So che Marino e De Laurentiis mi stimano, ma la loro politica punta sui giovani. Anche se io mi sento ancora tale...».

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