Economia

Cardia (Consob): «Nessun abuso sul titolo Alitalia»

Richiami alla riservatezza per gli ultimi tre ministri del Tesoro. Meno 3% in Borsa

da Milano

Non ci sono stati abusi di mercato, ma dall’annuncio della privatizzazione dell’Alitalia sono stati scambiati 4,067 miliardi di titoli, quasi tre volte il capitale della compagnia. Lo ha affermato ieri sera al Senato, Lamberto Cardia, presidente della Consob, durante un’audizione sull’andamento del titolo Alitalia fissata alcune settimane fa. Intanto in Piazza Affari l’azione ha continuato a sprofondare sotto l’effetto-gara: anche ieri ha perso il 3%, che si somma al 5,5% di lunedì, con il prezzo di riferimento sceso a 0,94 euro. Il mercato scommette sulle offerte preliminari presentate dai tre candidati acquirenti: secondo le voci più diffuse negli ambienti aeronautici Unicredit Aeroflot e Mediobanca-Tpg-Matlin si sarebbero dette pronte a sborsare circa 50 centesimi ad azione, Air One sarebbe leggermente più generosa. Le indiscrezioni, più o meno pilotate e comunque incontrollabili, non fanno bene al titolo.
«Dalla diffusione della notizia della privatizzazione - ha affermato Cardia - sono state rilasciate numerose dichiarazioni da parte di esponenti di governo a proposito della cessione e del futuro di Alitalia. In considerazione dell’influenza» che tali dichiarazioni potevano provocare sul mercato «la Consob ha ritenuto opportuno trasmettere al ministero dell’Economia una lettera (il 5 gennaio 2007), nella quale chiedeva che “ogni dichiarazione riguardante la società che rifletta posizioni ufficiali del governo sia fornita al mercato al di fuori del orari di contrattazione”». Cardia ha riferito che lettere simili erano state inviate anche ai precedenti titolari del Tesoro, nell’agosto 2003 a Giulio Tremonti e nell’aprile 2005 a Domenico Siniscalco. Al ministero, in gennaio, la Consob ha spedito un invito a dare con tempestività le notizie sullo svolgimento della procedura, cosa che peraltro è avvenuta.
Il titolo, particolarmente volatile, è stato oggetto di indagine da parte della Commissione che lo ha messo sotto osservazione fin dal dicembre 2006: il fatto, come ha detto Cardia, che non siano stati riscontrati abusi, trova motivazione nell’operatività sul titolo molto «frazionata, riconducibile a una vasta clientale che tende a chiudere le posizioni nella stessa giornata». In due casi, nel 2006, lo hanno fatto anche 50mila e 70mila investitori. «La differenza tra i prezzi medi di vendita e di acquisto è risultata modesta e non ha messo in evidenza situazioni preoccupanti»; «nessun intermediario è risultato significamente esposto né in vendita né in acquisto» e non sembrano essersi prodotte complessivamente «plusvalenze di rilievo».


Cardia ha anche riferito di un esposto alla Consob inviato da Air France: la compagnia francese si è detta danneggiata dalla diffusione di articoli di stampa «concertenti il suo coinvolgimento nella procedura di privatizzazione».

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